È iniziata giovedì sera a Poschiavo la serie di incontri organizzata dalla RSI in occasione dei 500 anni dei Grigioni (il Libero Stato delle Tre Leghe nacque nel 1524). Obiettivo delle tre serate è gettare un ponte fra passato e futuro attraverso vari temi. Fra questi sicuramente una delle peculiarità che rende unico il Canton Grigioni: il plurilinguismo.
“Nel momento che le Tre leghe si sono alleate la lingua non era un tema scottante, si usavano secondo i rapporti di forza. Il tedesco era una lingua di prestigio, dell’amministrazione dello Stato delle Tre Leghe. Le lingue minoritarie si usavano solo a livello locale o regionale, ma non di più”, racconta Matthias Grünert, esperto di plurilinguismo.
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L’evoluzione per le lingue minoritarie negli ultimi secoli è stata drammatica. Se una volta il romancio lo si parlava dalla Val Poschiavo fino al Lago di Costanza, oggi solo il 14% della popolazione si esprime nella quarta lingua nazionale.
Un declino che non ha lasciato indifferente la politica. Nel 2008 è entrata in vigore la legge sulle lingue. Tre anni fa è stato nominato un delegato per il plurilinguismo. E dall’autunno scorso le sessioni del Gran Consiglio retico vengono tradotte in maniera simultanea.
La necessità di trovare regole per mantenere le lingue minoritarie in pericolo è cresciuta, sottolinea Jon Domenic Parolini, presidente del Governo grigionese. “È uno sviluppo della società che vuole regole precise in tutti i settori, anche in quello delle lingue”.
Secondo Grünert “una lingua può sopravvivere anche senza un apparato di leggi, ma la situazione è precaria per le minoranze. Si prova a fare il possibile, creando delle condizioni migliori”.
Le leggi e la politica possono promuovere e aiutare la convivenza fra le diverse lingue e per far sì che il plurilinguismo continui a vivere...anche per i prossimi 500 anni.