La facoltà di scienze della comunicazione cambierà il proprio nome in Facoltà di comunicazione, cultura e società, nell'ambito di un lavoro di rifondazione volto a cogliere le principali sfide della nostra epoca: interconnessione globale, diversità, elaborazione e trasmissione della cultura. È questa una delle principali novità annunciate questo sabato mattina da Boas Erez nel suo primo Dies Academicus da rettore dell'Università della Svizzera italiana, il 21mo nella storia dell'USI.
Erez ha incentrato il suo intervento sulla "voce dell'università", che vuole parlare in modo più coeso e aumentare la portata del suo discorso, accennando al Senato accademico che si è riunito per la prima volta il 4 maggio. Flessibilità e agilità, ha inoltre sottolineato, dovranno rimanere tratti distintivi dell'USI.
David Abulafia, professore a Cambridge, ha parlato di "Mediterraneo passato e Mediterraneo futuro", sottolineando il rinnovato interesse dell'ateneo ticinese per il tema, tanto da istituire una cattedra che il primo anno avrà per titolare il francese Gilles Kepel.
Si è chiuso con le onoreficenze: a Shriram Krishnamurthi della Brown University il dottorato honoris causa della facoltà di scienze informatiche, a Mehdi Jazayeri, decano fondatore della medesima, il Credit Swiss Award for best teaching.
pon
Dal Quotidiano:
L'Università si ripensa
Il Quotidiano 13.05.2017, 21:00