La Imerys non ha accettato la proposta di una riduzione della percentuale lavorativa per scongiurare i licenziamenti. A tre settimane dall’annuncio del possibile taglio di 25 posti, dall’azienda attiva a Bodio e Bironico è arrivata la definitiva fumata nera. Dipendenti e direzione hanno provato a venirsi incontro, ma senza successo come comunicato mercoledì alle due commissioni del personale.
Al termine del periodo di consultazione, spiega ai microfoni della RSI Claudio Isabella, responsabile OCST della sede di Biasca, “è emerso che purtroppo i licenziamenti vengono confermati. C’ è ancora qualche giorno per verificare se è possibile ridurli. Altrimenti ci saranno 25 licenziamenti”. Ma anche una riduzione di qualche unità non cambierebbe la sostanza, secondo Gianluca Bianchi, segretario sindacale di UNIA: “Penso che questo sia irrilevante - afferma -. In ogni ristrutturazione, all’ultimo momento, si riesce sempre a trovare delle soluzioni per salvare qualcuno. Noi restiamo convinti che l’alternativa dovesse essere il lavoro ridotto per tutti (i dipendenti sono circa 227, ndr). Che si dovesse tentare questa via”.
Un piano B che la direzione non ha accettato. Non si sa dunque quanti saranno i posti che verranno effettivamente persi. Ma riguarderanno soprattutto la sede di Bodio, il personale amministrativo e gli impiegati. Meno la parte produttiva. La Direzione, sollecitatata dalla RSI, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Nel comunicato di tre settimane fa l’azienda parlava di un’eventuale ristrutturazione dovuta a cambiamenti strutturali e organizzativi. La causa: lo stallo del mercato delle auto elettriche e il calo del fatturato in Ticino. Passato dai 119 milioni del 2022 ai 61 prospettati quest’anno.