Gli impianti di risalita di Bergün, dopo un inverno difficile, non chiuderanno. Il consiglio d’amministrazione della società che li gestisce ha trovato i 300'000 franchi necessari per assicurare l’esercizio per la prossima stagione e scongiurare il fallimento. Come emerso dalla seduta tenutasi mercoledì, tra i donatori ci sono dei proprietari di appartamenti di vacanza, degli albergatori, degli artigiani e alcuni privati. Tuttavia per garantire il funzionamento a lungo termine bisognerà trovare soluzioni strutturali.
Quelli di Bergün sono solo gli ultimi impianti grigionesi, che, dopo una stagione difficile (vedi correlati), hanno dovuto cercare nuove risorse. Prima di loro Brigels e Lagalb in Engadina hanno rischiato di chiudere. A Vals il futuro rimane incerto.
Edgar Grämiger, vicedirettore della società di consulenza Grischconsulta, che ha effettuato numerosi studi e perizie nel settore, sostiene sia naturale che comuni e investitori locali continuino ad iniettare denaro in società deficitarie."Anche gli impianti che sono in perdita hanno una ragion d'essere a prescindere dai risultati e dai bilanci, perché vitali per le loro regioni. Abbiamo calcolato che circa un terzo o più dei pernottamenti sono unicamente legati agli impianti di risalita”, ha affermato alla RSI.
L'evoluzione degli investimenti negli impianti grigionesi
Ogni anno in Svizzera si investe oltre mezzo miliardo di franchi negli impianti, nei Grigioni 100 milioni.
Da.Pa./TG
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