Un accordo dell'ultimo minuto in Commissione della Gestione dovrebbe sanare la disparità di trattamento contenuta nel testo sull'imposta di circolazione "ridotta" votato dal popolo in ottobre.
La disparità era quella che vedeva le auto nuove essere sfavorite rispetto a quelle meno recenti e questo a causa del post-scandalo dieselgate. Una differenza che il governo aveva proposto di sanare, introducendo però un rincaro che non era piaciuto agli iniziativisti e che serviva a non perdere ulteriore gettito. Viste le discussioni in Gestione, il Consiglio di Stato aveva ritirato la proposta, togliendo così il correttivo dal tavolo del parlamento.
Martedì, in extremis, è arrivata invece l'intesa in Commissione, con il sostegno di tutti i partiti di governo e di Verdi e UDC: la nuova versione del calcolo introduce la distinzione tra auto pre e post-dieselgate, ma aumenta anche il coefficiente per le auto più inquinanti. Ciò permette un incasso per il 2023 che è una via di mezzo tra i 77 milioni caldeggiati dagli iniziativisti e gli 85 proposti dal governo: il gettito finale dovrebbe essere di 81 milioni.
Nel pomeriggio di domani, mercoledì, il parlamento voterà l'urgenza per poter poi trattare la questione nel merito giovedì. Serviranno i due terzi dei voti favorevoli. Se così fosse, il calcolo modificato entrerebbe in vigore già il 1 gennaio.
Prove di compromesso sull'imposta di circolazione
Il Quotidiano 13.12.2022, 20:00