L'improvvisa chiusura del reparto ostetricia stazionaria del Centro sanitario Valposchiavo, a causa dell'impossibilità di disporre di un servizio continuo di anestesia a copertura di eventuali urgenze, ha già avuto i suoi effetti. Negli ultimi giorni in Engadina sono venuti al mondo due figli della vallata a meridione del Bernina. Un parto si è svolto all'ospedale di Samedan dove sono state trasferite le nascite. L'altro invece, come riferito dal Grigionitaliano, ha avuto luogo in automobile. Il piccolo Elia è venuto al mondo durante il viaggio, appena dopo la rotonda di Pontresina. La sua mamma, Anna, aveva perso le acque, mentre il marito Mattia stava guidando in cima al Passo del Bernina, come ha testimoniato ai microfoni della RSI.
Una vicenda che ha rilanciato le discussioni sull'opportunità di chiudere il reparto e costringere i futuri genitori a una trasferta non facile per raggiungere struttura in cui taluni devono affrontare anche difficoltà lingustiche. La decisione è diventata effettiva una settimana fa per un imprevisto, ma era in gestazione da tempo e sarebbe dovuta avvenire all'inizio del prossimo anno. Delegando l'attività stazionaria all'ospedale dell'Engadina Alta, il San Sisto potrà ampliare l’attività ambulatoriale di ginecologia e ostetricia.
Le partorienti di Poschiavo e Brusio che intendono far capo ai servizi ospedalieri garantendosi un intervento immediato in caso di urgenza, dovranno affrontare la non facile trasferta oltre il Bernina. Per i casi urgenti è previsto il trasferimento in ambulanza con, se necessario durante l’inverno, l’accompagnamento dello spazzaneve. Quale alternativa per le future mamme vicine al termine che non se la sentissero di affrontare una bufera, è prevista la possibilità alloggiare in un appartamentino vicino all’ospedale engadinese.