La cronaca lo dimostra: internet è un mezzo poco sicuro, soprattutto se ad utilizzarlo sono persone con scopi poco onesti. Sempre più spesso infatti si sente parlare di maniaci o pedofili che riescono ad adescare le loro vittime in rete. O, come nel caso di Adeline, il suo presunto omicida avrebbe cercato sul web, dal centro di reinserimento dove si trovava, alcune informazioni che gli sono state utili per fuggire una volta uccisa la sua terapeuta.
Ma è raccomandabile lasciare a un detenuto la possibilità di accedere ad internet? “Da quanto mi risulta lui era in una struttura molto particolare, non gestita dal penitenziario e sotto un altro dipartimento. Poteva accedere alla rete, ma solo sotto controllo”, ci risponde Fabrizio Comandini . Ma per il direttore generale delle strutture carcerarie ticinesi il problema nel cantone non si pone, dato che non esistono dei centri uguali a La Pâquerette.
In Ticino vi sono infatti quattro strutture carcerarie, due chiuse (il carcere giudiziario della Farera e quello penale della Stampa) e due aperte (lo Stampino e il Naravazz). “E nelle due prigioni chiuse accedere ad internet non è permesso”, spiega ancora Comandini, precisando che si evita così che un detenuto possa commettere reati via web o, se è il caso, che possa mettersi in contatto con la sua vittima.
E per quelle persone che sono sistemate nelle strutture aperte? “Il Giudice dei provvedimenti coercitivi colloca in questi centri le persone che devono scontare una pena breve (ad esempio per reati legati alla circolazione stradale o per multe non pagate) o quelli che stanno finendo di espiare una condanna dopo aver trascorso un lungo periodo nella struttura chiusa”, chiarisce il direttore, aggiungendo che “loro di giorno possono uscire per svolgere delle attività, perché non sono considerati un pericolo per la collettività; devono solo rientrare la sera”. E allo Stampino o al Naravazz viene collocato solo chi non presenta un rischio di fuga o di recidiva.
Detto questo, bisogna però spiegare che ai prigionieri non è comunque vietato informarsi. “Loro possono abbonarsi a giornali o riviste, ovviamente pagando di tasca loro. Possono possedere una radio e possono anche avere la TV, se hanno i soldi per il noleggio”.
Sara Matasci
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Comandini: "Un centro come la Pâquerette non esiste in Ticino"
RSI Info 17.10.2013, 19:04
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Comandini: "Internet proibito nelle carceri chiuse; accesso consentito da quelle aperte"
RSI Info 17.10.2013, 18:50
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Comandini: "Accesso vietato ad internet per questioni di sicurezza"
RSI Info 17.10.2013, 18:51
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Comandini: "I detenuti nelle strutture aperte non sono considerate pericolose"
RSI Info 17.10.2013, 18:59