Dazi, dazi e ancora dazi. L’eco del mantra della politica economica di Donald Trump risuona anche da noi. Il presidente USA colpirà anche la Svizzera? Possibile. Colpirà l’Unione Europea? Probabile, visti gli annunci.
Nel frattempo SEIDISERA ha chiesto ad alcuni imprenditori che effetto avrebbero i dazi statunitensi sull’economia della Svizzera italiana. “Il mercato americano rappresenta quasi il 50% del mercato mondiale”, è il primo aspetto su cui attira l’attenzione Riccardo Braglia, dirigente della Helsinn di Lugano, gruppo farmaceutico che vende molto oltreoceano. “Abbiamo una filiale americana non produttiva, ma commerciale, quindi quel mercato per Helsinn è estremamente importante. Le nostre esportazioni verso l’America sono vitali, sono una parte importante del nostro giro d’affari. Lavoriamo con tutte le multinazionali americane e produciamo per i loro farmaci. Esportando tanto in questo settore, alla fine potrebbero essere penalizzati da una guerra commerciale di questo tipo. L’America è abituata a imporre dazi, dopodiché si rende conto che impattano negativamente anche con la loro economia interna”.
Anche per Pietro Casati, amministratore delegato della DAC System di Manno, quello statunitense è uno dei mercati di riferimento. “Cosa facciamo noi? Sistemi di monitoraggio, per prevenire e ridurre guasti in sistemi di trasmissione radio-tv. BBC, Fox Tv, Universal... il mercato del Nord America ha rappresentato, in alcuni anni, addirittura l’80% del nostro fatturato. La settimana scorsa sono stato a Boston e a Chicago. Un po’ di apprensione c’è. Ci sono appunto domande. Non dovremmo essere impattati”.
Tuttavia Casati utilizza il condizionale, perché appunto è un periodo di grandi incertezze. Che, però, continua l’imprenditore, “possono anche, se ben analizzate e ben gestite, creare ulteriori opportunità. Se i dazi saranno tali da metterci in una condizione di vendere meno, valuteremo se eventualmente produrre negli Stati Uniti”.
Finora abbiamo parlato di dazi nei confronti della Svizzera, che però è nel mezzo dell’Europa. Le aziende ticinesi potrebbero pertanto subire anche aggravi da parte dell’Unione Europea. Non a caso Helsinn produce anche in Irlanda, “un paese che storicamente ha sempre avuto un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti”, ricorda Braglia. “Chiaro che oggi l’Irlanda fa parte dell’UE e un dazio contro l’Europa colpirebbe anche loro”.
Di sicuro c’è però che anche in Ticino gli imprenditori continueranno a osservare, tentando di capire cosa farà dall’altra parte dell’oceano il presidente Trump.