La battaglia della tassa sui posteggi

La tassa di collegamento, anche nota come “tassa sui posteggi”, torna lunedì in Gran Consiglio. Una tassa approvata dal popolo nel 2016, sospesa dal Tribunale federale prima, dalla pandemia poi, e ora di nuovo al centro delle discussioni politiche, con all’orizzonte una possibile seconda votazione popolare.

Secondo il presidente dell’UDC Ticino Piero Marchesi, intervenuto ai microfoni di Modem, non va dimenticato che “dal 2016 al 2020 una buona parte delle aziende ha prelavato questa tassa, e abbiamo notato che non ha portato a una riduzione del traffico. Questa tassa non serve per contenere l’uso dell’auto ma per fare cassetta”.

L’UDC è all’origine di un’iniziativa che ne chiede l’abrogazione. Un’opzione appoggiata anche da PLR e Centro. Di parere opposto Ivo Durisch, il capogruppo del Partito Socialista in Gran Consiglio: “Questa tassa è fondamentale per ridurre il traffico sulle nostre strade. Non è vero che la tassa non abbia portato risultati, ha anche permesso di fare dei censimenti dei parcheggi sul nostro territorio e di metter fine a un forte abusivismo in questo ambito. Una situazione che era insostenibile”.

In discussione sui banchi del Gran Consiglio ci sarà anche un controprogetto, una versione “light” della tassa, che non colpirebbe più i parcheggi dei centri commerciali. Per il vicecoordinatore della Lega dei Ticinesi Gianmaria Frapolli, il popolo ha approvato questa tassa ed è ora corretto “richiamarlo alle urne, per questo sosteniamo il controprogetto presentato dal Consiglio di Stato. Personalmente però non ci credo, questa tassa non potrà cambiare le sorti del traffico in Ticino, semmai cambia le sorti del preventivo”.

Conti pubblici che faranno di certo da cassa di risonanza a questo dibattito, la tassa è inserita nel preventivo 2025 e dovrebbe garantire un apporto di 15 milioni all’anno.