Assume sempre più importanza il ruolo del Laboratorio di psicopatologia del lavoro, attivo da ormai otto anni, anche alla luce di uno studio pubblicato nei giorni scorsi dalla Fondazione Promozione Salute in sinergia con le università di Berna e Zurigo, studio che ha evidenziato un nocivo eccesso di stress per un lavoratore su quattro nella Confederazione.
Alla struttura ticinese, coordinata da Liala Cattaneo, possono rivolgersi tutti coloro che sono chiamati a fronteggiare un disagio nella vita professionale. Secondo la responsabile di tale "antenna", l’utente-tipo del suo laboratorio ha un’età tra i 40 e i 50 anni, è attivo nel settore terziario e può contare su un contratto lavorativo a tempo indeterminato. Per la signora Cattaneo, che coordina il servizio sotto l’egida dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale, "la paura di perdere il lavoro, amplificata dalla prospettiva di non riuscire a trovarne un altro, genera ansia, angoscia, insonnia, perdita di appetito, andando così a influenzare negativamente la salute del soggetto".
Il laboratorio con sede a Viganello cerca di rafforzare la capacità della persona di fronteggiare la situazione di stress e di conflitto, e dove possibile offre anche una mediazione in azienda. Ma secondo Liala Cattaneo, "la vera sfida consiste nella prevenzione. Il suo obiettivo in prospettiva futura è infatti quello di riuscire a coinvolgere maggiormente le aziende", nell'ottica di migliorare organizzazione del lavoro e gestione del personale.
Red. MM/CSI/EnCa/M.Rauch
CSI 18.00 del 20.10.2014 - Il servizio di Michele Rauch
RSI Info 20.10.2014, 19:57
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