Stagione da incorniciare per i campeggi della Svizzera italiana. E anche se la maggior parte, in questi fine settimana autunnali, sta chiudendo per l'inverno, non mancano le strutture che hanno deciso di rimanere aperte, accogliendo i turisti che cercano la tranquillità fuori stagione. Intanto ci si muove per compensare i rincari, soprattutto alla voce energia.
Ai microfoni della RSI i turisti presenti spiegano i motivi che li hanno spinti a campeggiare fuori stagione: se da una parte c'è chi ha approfittato del bel tempo, dall'altra sono tanti gli habitué che pianificano le vacanze anche in inverno, per godersi il sole (quando c'è), ma soprattutto la tranquillità, visto che ci sono meno persone in giro.
"Dopo i due anni del Covid, sicuramente eccezionali, ci aspettavamo un'importante riduzione dei pernottamenti. Invece, ad oggi risulta che ci sia stata una riduzione del 10% rispetto al 2021. Abbiamo però registrato un 42% in più rispetto alla stagione 2019. Vuol dire che la passione, la riscoperta e il piacere del campeggio sono rimasti", dice Mattia Galli, responsabile regionale TCS Camping.
"Credo che per molti campeggi sarebbe un vantaggio restare aperti anche per poter offrire contratti di lavoro più interessanti a quelli che, ora, sono collaboratori stagionali", spiega Simone Patelli, presidente di Ticino Turismo. Così come tutti, anche i campeggi devono far fronte alla crisi energetica.
"Non prevediamo un aumento dei prezzi, è possibile che venga introdotta una tassa temporanea per l'energia", dice Mattia Galli. "Aumenteremo i prezzi in media del 3%, principalmente a causa dei costi generali dell'energia e degli adeguamenti salariali del personale", spiega Simone Patelli.