"Spendiamo troppo per la kultura e troppo poco per la promozione del lavoro". A sostenerlo è il municipale di Lugano e consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri in un post nel quale prende spunto dai dati dell'ufficio di statistica riguardanti il 2017 che vedono il Ticino al quarto posto svizzero per ciò che riguarda le spese nel settore culturale.
In cima alla graduatoria nazionale si trova Basilea Città con 921 franchi pro capite. Seguono Ginevra con 891, Neuchâtel con 397 e il Ticino con 395 pari ad un totale di 139,743 milioni. Per Lorenzo Quadri, a fronte di una media svizzera di 315 franchi, sono troppi. "La spesa pubblica deve orientarsi su delle priorità e, se guardo al Ticino, la priorità è evidentemente di tipo occupazionale, quindi ritengo che sia in questo ambito che occorra investire più risorse, senza toglierne per darne alla cultura", sottolinea alla RSI il municipale e deputato a Berna aggiungendo che "spendere meno soldi pubblici in cultura non vuol dire necessariamente fare meno cultura. Ad esempio il canton Lucerna, del famoso KKL, spende poco più della metà di quello che spende il Ticino e non credo faccia meno cultura. Però magari la finanzia in modo diverso, coinvolgendo maggiormente privati e associazioni ed aumentando l'autofinanziamento. Non deve essere sempre e necessariamente lo Stato a finanziare la massima parte".
CSI 18.00 del 06.01.20: il servizio di Darco Degrussa con le considerazioni di Lorenzo Quadri e Manuele Bertoli
RSI Info 06.01.2020, 19:09
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Il settore pubblico, secondo Lorenzo Quadri, dovrebbe quindi darsi maggiormente da fare per ricercare i fondi necessari alla cultura nel privato. "Il coinvolgimento dei privati in taluni settori funziona egregiamente anche in Ticino, penso in particolare al festival del film di Locarno e allo stesso LAC, ma non è sempre facile. Ci sono inoltre delle nicchie in cui la presenza del pubblico è molto importante perché altrimenti sparirebbero del tutto. Si tratta di realtà che spesso non sono basate nei centri, ma in zone più periferiche", sottolinea Manuele Bertoli. Ma il direttore del Dipartimento dell'educazione della cultura e dello sport invita a considerare la questione anche senza dimenticare che "il Ticino, grazie anche a risorse che vengono da fuori cantone e in particolare dalla Confederazione, spende per la promozione della cultura di lingua italiana in Svizzera. In questo senso il nostro è un cantone particolare".
Il costo della cultura
Il Quotidiano 06.01.2020, 20:00