Il social media Twitter, è ormai cosa nota, da quando è stato acquistato da Elon Musk ha introdotto cambiamenti piuttosto radicali. Modifiche che potrebbero cambiare il panorama dei social network nel caso fossero imitate dagli altri. L'introduzione della spunta a pagamento è un esempio ed ha un impatto su tutti ma forse e soprattutto su chi - pensiamo alle autorità e alle istituzioni - usa Twitter per informare i cittadini.
Ma com’è la situazione su questo fronte in Svizzera e in Ticino? Prima di arrivarci, facciamo un passo indietro per una necessaria contestualizzazione. La spunta è o dovrebbe essere - perché poi abbiamo visto che il sistema è aggirabile – un’icona che certifica che un profilo appartiene per davvero a quella persona o a quell'ente. È un modo per combattere i profili falsi ed esistono tre tipi di spunte: quella blu, che fino a poco fa era l'unica e gratuita, serve ai privati e ora costa circa nove franchi al mese. Poi c'è quella oro per le aziende o le organizzazioni ufficiali e costa 1’000 franchi al mese, e poi c'è la spunta grigia per gli account istituzionali: anche in questo caso il costo è di 1’000 franchi al mese, anche se c'è chi spera di ottenerla gratis, “ad honorem”.
Ad ogni modo non avere la spunta può portare degli svantaggi non indifferenti: l’algoritmo di Twitter penalizza e probabilmente penalizzerà sempre di più gli account non certificati, che avranno meno visibilità e saranno raggiunti da meno persone.
La situazione in Svizzera
Tra i grandi media per ora solo la NZZ ha la spunta oro. Tra i consiglieri federali, invece, Ignazio Cassis, Alain Berset ed Elisabetta e Baume-Schneider hanno la spunta grigia. Guy Parmelin e Viola Amherd invece non ce l'hanno, mentre Albert Rösti e Karin Keller-Sutter non hanno addirittura Twitter.
La spunta grigia compare poi sugli account di quasi tutti i dipartimenti federali, ma non sul profilo di André Simonazzi, nonostante il suo ruolo ufficiale di portavoce del Consiglio federale.
In Ticino solo Lugano paga (quella blu), Foletti: “Costa poco e ci tuteliamo dai profili fake”
In Ticino sono davvero in pochi ad avere la spunta: non ce l'ha l'account della polizia cantonale, mentre Basilea e San Gallo hanno quella blu, Zurigo quella grigia. E neppure il Servizio di informazione e comunicazione del Consiglio di Stato ce l’ha. Ad aver comprato la spunta blu è però -caso più unico che raro in Ticino - la città di Lugano. Il sindaco Michele Foletti ci spiega perché è stata fatta questa scelta: “La spunta blu ha un costo tutto sommato contenuto, sui 78 franchi all'anno. L'obiettivo? Cercare di tutelare il nostro profilo da quelli fake. Noi nel 2022 abbiamo aumentato del 43% il numero di utenti e questo è legato anche al lancio del Plan B (criptovalute, ndr) che ci ha dato una visibilità direi mondiale. Noi dobbiamo cercare di informare il maggior numero possibile di cittadini di quello che fa la città, seguendo il concetto della trasparenza”.
I profili cantonali sono invece sprovvisti di spunta, ma in realtà anche a livello cantonale si sta ragionando sull'opportunità di ottenerne una perché, al di là del rischio di perdere visualizzazioni, è anche una questione di prestigio.
“Qualche settimana fa – spiega alla RSI il capoufficio del Servizio d’informazione e comunicazione del Consiglio di Stato Ivan Vanolli – abbiamo ricevuto da Twitter una notifica dove ci informavano della possibilità di fare una richiesta per avere la spunta grigia, ma da allora non abbiamo più sentito nulla. Siamo comunque in contatto anche con gli altri cantoni e abbiamo visto che molti stanno attendendo di capire meglio la situazione e se ci sarà modo di fare questa domanda soprattutto attraverso le autorità federali, che probabilmente hanno un canale più diretto”.
Una questione su cui i vari cantoni stanno dunque tentando di collaborare.
Twitter, il caos delle spunte blu
Telegiornale 12.11.2022, 20:00