Lunedì in Ticino riaprono i cantieri, ma solo quelli nei quali vengono impiegati al massimo 10 lavoratori, nel rispetto delle norme di distanza sociale (2 metri all'aperto e un muratore ogni 10 metri quadrati all'interno) e di igiene (guanti e mascherina). Per molti non sarà facile, conferma il direttore della SSIC Nicola Bagnovini, tanto che solo in un massimo di 300 località dovrebbero tornare a muoversi le gru e a risuonare i macchinari della costruzione.
Il direttore della SSIC Nicola Bagnovini
Dei 4'000 frontalieri che lavorano nel settore delle costruzioni solo un terzo varcherà la frontiera lunedì, visto che per ridurre i passaggi alla dogana si è deciso di privilegiare la manodopera residente.
Grosse difficoltà sono poi previste anche al capitolo del rispetto dei termini di consegna e sul piano della resa delle diverse squadre, che in ragione delle limitazioni imposte dal coronaviruis sarà certamente inferiore.
"Ritardi e carenze nella fornitura le temiamo anche in relazione alla fornitura del materiale - spiega Bagnovini in un servizio messo in onda dal Quotidiano - per il ferro d'armatura in particolare e per il beton".