Il sindacato UNIA non crede che ancorare la modifica della legge sull'apertura dei negozi all'introduzione di un contratto collettivo di lavoro (CCL) per il settore basti per un sì alla votazione che si terrà il 28 febbraio. Ai microfoni della RSI, Giangiorgio Gargantini, responsabile del terziario di UNIA, ritiene anzi che il CCL durerebbe poco, lasciando solo effetti negativi.
La stessa sigla sindacale ha ribadito mercoledì la sua ostilità alla modifica della legge sull'apertura dei negozi, mentre martedì, l'OCST aveva invece appoggiato le variazioni proprio perché legate all'introduzione di un CCL di obbligatorietà generale per il settore.
Ma UNIA non crede a questa posizione poiché non si tratta solo “di mezz'ora in più al giorno” senza creare nuovi posti di lavoro, ma di un’ulteriore mazzata per i piccoli commercianti. Oltre 300 di loro (che costituiscono il principale datore di lavoro di un settore che nel cantone impiega 15'000 dipendenti, per la maggior parte donne) hanno infatti firmato un appello per bocciare la votazione.
CSI/EnCa
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