Il primo dei casi approdati in aula riguardanti le inchieste anti-prostituzione “Domino” partite nel 2012, è a un passo dal fare giurisprudenza. La Corte d’Appello ha infatti sostanzialmente confermato la sentenza di condanna emessa il 6 dicembre del 2013 nei confronti dei due proprietari del Monna Lisa di Contone (titolari, singolarmente, pure del Villa Elena di Ponte Tresa e del Club 5 di Maroggia).
Il 54enne italiano e il 51enne turco, difesi da Massimiliano Schiavi e Maria Galliani, sono stati nuovamente ritenuti colpevoli dei reati di usura e di riciclaggio (anche se, nel primo caso, non più nella forma aggravata). Due anni sospesi la pena inflitta al 54enne. Pena che, nei confronti dell’altro imputato, è stata invece aumentata a 30 mesi di carcere, sei dei quali da espiare.
La Corte, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, ha comunque notevolmente ridotto gl’importi legati all’accusa di riciclaggio. Si passati da 900’000 a 152'000 franchi e, rispettivamente, da 800 a 560’000.
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Francesco Lepori