La 'ndrangheta tra il 2012 e il 2014 avrebbe tentato di riciclare in Ticino parte dei proventi della sua attività malavitosa tramite un fiduciario, ex politico locarnese che fino ai primi anni 2000 rappresentava la Lega in Gran Consiglio. Il legame emerge, come riferito dal Caffè, dall’inchiesta "Borderland" dell’antimafia di Catanzaro che lo scorso novembre ha portato in carcere 48 persone.
Il già parlamentare avrebbe anche fatto da tramite tra il membro della cosca Trapasso e gli uffici cantonali nell’ambito della richiesta di un permesso di dimora. Il calabrese intendeva investire nella costruzione di un capannone in Svizzera. Il contatto si era interrotto poiché l’affare poi non era andato a buon fine.
La Lega ha reagito all’articolo intitolato "Quando il leghista trattava con la mafia" tramite un comunicato. Da un lato rileva che il suo ex rappresentante "ha smesso di far parte del movimento ben 10 anni prima dei presunti "rapporti con i mafiosi calabresi". Dall'altro annuncia di riservarsi azioni legali nei confronti del settimanale.
Diem