Ticino e Grigioni

Materie prime, utili record per le società

La Glencore di Zugo ha un attivo di oltre 17 miliardi. A Lugano il settore sta superando quello bancario, Foletti: "Ci permette di recuperare in parte il gettito perso"

  • 11 marzo 2023, 18:15
  • 24 giugno 2023, 05:29
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SEIDISERA del 11.03.2023 - Materie prime, utili record per le società - La diretta di John Robbiani

RSI Info 11.03.2023, 18:09

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Di: SEIDISERA/Red. MM 

Il mercato delle materie prime nel 2022 ha generato utili stratosferici. Le società di trading, un po' in tutta la Svizzera, stanno annunciando guadagni record. La Glencore di Zugo, per esempio, ha chiuso con un attivo di oltre 17 miliardi di franchi. Risultati - questi - che si traducono anche in entrate fiscali per gli enti pubblici. La città di Lugano non fa eccezione. Da tempo è una delle piazze più importanti di un settore tanto ricco quanto controverso. Le prospettive per i conti di Città e Cantone sono rosee e sono attese ottime entrate fiscali. Dati ufficiali ancora non ce ne sono, ma il trend è quello.

"Parlando un po' con gli operatori, ci dicono che il 2022 è stato un anno veramente eccezionale e il trading di materie prime e di energia ha assunto una rilevanza sempre maggiore per la città. E oggi il gettito fiscale in questo settore è equivalente a quello delle banche, cioè sia il settore bancario sia quello del trading, rappresentano entrambi più o meno il 15% del gettito. Questo ci ha aiutati a diversificare un po' la nostra economia, permettendoci di recuperare, almeno in parte, il gettito che avevamo perso", spiega ai microfoni della RSI il sindaco di Lugano, Michele Foletti.

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SEIDISERA del 11.03.2023 - Le prospettive del settore con il presidente di LCTA Matteo Somaini

RSI Info 11.03.2023, 18:14

Questo mercato dunque a Lugano sta superando, in importanza, quello bancario. Il commercio di materie prime ha però anche vissuto grandi incertezze, anche se, per certi versi, proprio l'incertezza e i prezzi alti delle materie prime hanno contribuito ad aumentare gli utili del settore. Prezzi alti che - questo il rovescio della medaglia - rappresentano un aumento dei costi e dell'inflazione per i consumatori. Critica è stata soprattutto la data del 24 febbraio 2022: l'invasione russa dell'Ucraina. In Svizzera e anche in Ticino c'erano società legate a doppio filo alla Russia o a personalità russe finite sotto sanzioni internazionali. E poi c'erano tutte le altre che hanno dovuto, da un giorno all'altro, sopperire alla mancanza del gigantesco mercato russo e trovare sbocchi alternativi. Un problema che si è presentato anche a Marco Galimberti, amministratore delegato della DP Trade di Lugano, che si occupa del trading di acciaio. "Quando è scoppiata la guerra avevamo merce pagata sulle banchine del porto di Novorossiysk che eravamo pronti a imbarcare... per alcuni giorni io sono stato male... ma la mia nave arriva?, mi chiedevo". Dopo di che la Svizzera si è accodata alle sanzioni europee. "E ha fatto bene" sottolinea Galimberti, che ha trovato una soluzione: quello che comprava dalla Russia oggi lo acquista da altri Paesi. "Non riportiamo oggi nessuna ferita in termini di business perso. La Russia è stata sostituita", sottolinea Galimberti.

A Ginevra oltre un miliardo in più nelle casse pubbliche

Sostituita la Russia dunque, il 2022 segna comunque risultati record dopo un 2021 che, per il settore, già si era rivelato estremamente positivo. Un successo straordinario che ritroviamo - in proporzioni ancora maggiori - a Ginevra. I dati non ancora ufficiali sono impressionanti. Le crisi si moltiplicano, ma Ginevra prospera. Secondo Le Temps e La Tribune de Genève, le maggiori entrate fiscali quest'anno saranno di circa 1,3 miliardi di franchi, di che colmare ampiamente il deficit di 295 milioni che era iscritto nel preventivo. Ed è il secondo anno che succede. Come mai? Certo, l'economia va bene, lo mostrano alcuni indici come record di frontalieri e la disoccupazione in calo, ma a fare la differenza sarebbe il commercio di materie prime.

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SEIDISERA del 11.03.2023 - Il caso di Ginevra nel servizio di Lucia Mottini

RSI Info 11.03.2023, 18:10

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Sei delle dieci imprese svizzere con il maggior giro d'affari hanno sede o negoziano a partire da Ginevra. Secondo l'Ufficio di statistica cantonale, dal 2018 questo settore è il maggior contribuente, soppiantando l'orologeria e la finanza. Dal 2020, poi, con la riforma della fiscalità delle imprese, queste società contribuiscono per la metà agli introiti fiscali cantonali e comunali. E sono proprio queste imprese attive nel trading di materie prime che, in questi due anni di crisi, hanno visto un vero boom degli utili. Se alcune tra le piccole, legate al commercio del petrolio e del gas russo, hanno fatto le valige, le grandi hanno approfittato dell'incertezza e dei sobbalzi mondiali. Benché le cifre fornite non siano complete, gli specialisti assicurano, che diverse grandi società, dopo l'anno record 2021, hanno visto un ulteriore forte ascesa dei loro utili miliardari, per la gioia delle casse comunali e cantonali ginevrine.

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