Nella lista ci sono dermatologi, oncologi, cardiologi, neurologi, chirurghi, radiologi e altre cinque specializzazioni per le quali dal 1. novembre scatta il blocco delle autorizzazioni. Non ne verranno rilasciate di nuove, a meno che un medico già attivo non lasci il posto. Il regolamento, che introduce la limitazione, è stato presentato martedì a Bellinzona dal vertice del Dipartimento della sanità e della socialità.
Il limite è stato introdotto nei settori che generano un volume di prestazioni decisamente superiore a quello ritenuto adeguato dai parametri federali. L’iter per arrivare alla limitazione è partito da diversi mesi ed ha ottenuto anche il via libera del Gran Consiglio. Di riflesso è partita anche una sorta di corsa alla domanda di autorizzazione, con 95 richieste presentate fino ad oggi in tutti i campi, 35 in più rispetto a tutto il 2022. Secondo Patrizia Bottinelli Cancellara, capo dell’Ufficio sanità, le stime non sono tuttavia falsate: “Per le specializzazioni che già per l’ordinanza sono sopra il 120% (del tasso di approvvigionamento, ndr) nulla cambia e questo vale anche per le quattro che abbiamo escluso dalla limitazione. Penso in particolare ai medici di famiglia. Nelle altre potrebbe esserci qualcuno che chiede l’autorizzazione e poi non la utilizza. Ma siamo partiti proprio da un tasso del 120% per lasciare un po’ di margine ad un’eventuale crescita”.
I medici di famiglia
Telegiornale 24.09.2023, 20:31
Il DSS è convinto della direzione presa. Non tutti sono però d’accordo e ci sono dei ricorsi pendenti. Alcune cliniche chiedono che si ritorni in Parlamento. Il Tribunale federale ha però negato l’effetto sospensivo e quindi si va avanti. A Falò, di recente, alcuni professionisti si lamentavano di un carico di lavoro eccessivo. Una visione che sembra in antitesi con la misura che si vuole introdurre. Per il direttore della Divisione della salute pubblica Paolo Bianchi occorre partire dal “dato oggettivo e solido che in queste 11 specializzazioni c’è una sovraofferta. Certo la percezione di determinati professionisti può essere legata ad una cattiva distribuzione del flusso di pazienti tra il medico di base e lo specialista. Probabilmente bisognerà riorientare e capire quali sono le necessità che devono passare dal primo o dal secondo”.
Numero dei medici da rivedere
Il Quotidiano 30.03.2023, 19:00
Non è quindi scontato che la misura avrà un effetto reale sui costi della salute. Anche perché questa è solo la prima fase della riforma che andrà consolidata entro luglio 2025. Il Consiglio di Stato ha creato un gruppo di lavoro con tutti gli attori della sanità per arrivare a un regime definitivo. “Il ricorso è una facoltà che viene data per tutelare i legittimi interessi per cui non mi esprimo su questo - dice il direttore del DSS Raffaele De Rosa -. Noto però che in un ambito così complesso, dove ciascuno dovrebbe tentare di fare la propria parte, ad ogni piccolo tentativo di tentare di correggere la tendenza fioccano i ricorsi. E quindi viene ostacolato il tentativo di contenere la spesa e così anche la crescita dei premi della cassa malati”. In un clima già piuttosto teso, l’Ordine dei medici ha ricorso contro la riduzione del tariffario, che è un’altra misura per tentare di contenere i costi della salute.
Il numero chiuso per medici specialisti
SEIDISERA 24.10.2023, 18:28
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