Ticino e Grigioni

Mense scolastiche, il Cantone frena

Nessuna sperimentazione a Cevio e Cadenazzo, per ora

  • 29 maggio 2012, 18:21
  • 5 giugno 2023, 18:58
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  • �Ti-Press / Carlo Reguzzi

Il treno della ristorazione scolastica è partito e difficilmente potrà essere fermato. Questa in sintesi, la posizione del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport che questo pomeriggio a Bellinzona ha illustrato i motivi che hanno spinto le autorità a congelare, per ora, il progetto pilota nelle sedi di Cevio e Cadenazzo.

Due sedi scelte non a caso nelle quali, dal prossimo mese di settembre, i trasporti speciali sul mezzogiorno sarebbero dovuti essere soppressi costringendo, di fatto, gli alunni a rimanere a pranzo a scuola.

Una questione solo rinviata

Le molte voci critiche di genitori e insegnanti hanno spinto il DECS a sospendere la sperimentazione. Oggi, non esiste il consenso per un test ma la questione, comunque, dovrà essere affrontata e risolta, ha sottolineato Manuele Bertoli secondo il quale, “il nostro obiettivo è quello di realizzare un posto mensa ogni tre studenti delle scuole medie, entro i prossimi dieci anni”.

I tempi cambiano

Bisogna affrontare oggi i problemi di domani, ha sostenuto il direttore del DECS convinto del fatto che "l'evoluzione sociale in atto evidenzia una richiesta di strutture e servizi che permettano di favorire la conciliazione tra i tempi della scuola e della formazione e quelli del lavoro dei genitori".

Per far fronte a questa richiesta, ha aggiunto il consigliere di Stato, comuni e cantone saranno chiamati a potenziare questi servizi, tra cui i ristoranti scolastici. Mense che, ha ricordato, pure due iniziative popolari presentate al Gran Consiglio chiedono che vengano incrementate.

Nessuna decisione calata dall’alto

Le sfide non mancano e proprio per riuscire ad affrontare la questione nel miglior modo possibile era stata decisa la sperimentazione a Cevio e Cadenazzo, ha ancora ricordato Bertoli che ha colto l’occasione per ribadire, “non era certo nostra intenzione anticipare una tendenza in atto o di imporre un modello calato dall’alto”.

La discussione continua

La questione, ha assicurato, non è conclusa considerato che “si continuerà ad approfondire con le direzioni delle due scuole, i comuni interessati e una rappresentanza dei genitori per capire a quali condizioni la sperimentazione o una parte di essa potrebbe essere sufficientemente condivisa nell’anno scolastico 2013/2014”.

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Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento educazione cultura e sport

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