L'anno scorso in Svizzera sono stati sequestrati quasi 10'700 articoli taroccati. In Ticino cifre precise non ce ne sono, ma si stima che settimanalmente alla frontiera sud vengano intercettati uno o più pacchi. La lotta alla contraffazione, dunque, esiste e si fa sempre più serrata.
L'ispettore Giovanni Lazzaroni, capo dell'ispettorato doganale del Vedeggio, spiega infatti ai microfoni della RSI che indipendentemente dalla buona fede o meno del compratore procedere è d'obbligo: "Non c'è una multa doganale, perciò quando intercettiamo questi prodotti li annunciamo ai detentori del marchio, che poi a loro volta prendono contatto coi destinatari e cercano di trovare una soluzione". La soluzione consiste spesso nella distruzione del prodotto incriminato e del pagamento di tasse che possono arrivare anche a 1'000 franchi". Va detto che una volta oltrepassata la frontiera nessuno è più incaricato di controllare la merce in negozi o magazzini e si interviene quindi solo su segnalazione.
Tendenzialmente - precisa Lazzaroni - si tratta di merce che arriva da acquisti privati effettuati su internet e non sono rare le telefonate di compratori, più o meno inconsapevoli, stupiti dall'arrivo della notifica: "Spesso e volentieri sono genitori di ragazzi minorenni che telefonano. Si cerca di metterli in contatto con l'ufficio legale affinché si cerchi una sorta di compromesso". Accomodamenti che risultano però rari e mai a costo zero, perché i grandi marchi su questo tema non scherzano.
CSI/CaL