Ticino e Grigioni

Negozi, OCST e UNIA divisi

"Vincoliamo aperture a un contratto collettivo che manca". "Nò, perchè penalizziamo i lavoratori"

  • 2 febbraio 2016, 19:09
  • 7 giugno 2023, 17:13
Una conferenza OCST (archivio)

Una conferenza OCST (archivio)

  • © Ti-Press - Pablo Gianinazzi

L'evoluzione del tessuto economico ticinese, l'apertura della galleria di base di AlpTransit e l'attuazione dell'iniziativa popolare contro l'immigrazione di massa sono stati oggi (martedì) gli argomenti al centro della tradizionale conferenza stampa di inizio anno dell'OCST.

Il sindacato raccomanderà stasera, all'assemblea, di accogliere le modifiche proposte nella futura votazione della legge sull'apertura dei negozi, perchè vincolate all'adozione di un contratto collettivo di lavoro, che ancora manca; contrario invece UNIA, perchè giudica il quadro comunque penalizzante per gli addetti alla vendita.

Durante il confronto, poi, è emerso che le opportunità di sviluppo in Ticino non mancano, ma per prosperare bisogna avere i mezzi per difendersi dagli abusi. Da chi vuole sfruttare il territorio senza quei valori etici che erano propri delle imprese operanti a sud del San Gottardo. Negli ultimi anni la situazione nel mercato del lavoro è, infatti, degradata.

E proprio oggi Lorenzo Jelmini e Giorgio Fonio hanno firmato un'interrogazione sui "salari da fame", partendo da un caso che sarebbe avvenuto a Balerna. Una società avrebbe offerto, tramite un'agenzia interinale italiana, 1'200 euro al mese a un informatico laureato; molto meno dal salario minimo fissato dal contratto normale di lavoro.

Red.MM/M.Ang.

02:29

CSI 18.00 del 02.02.16 Il servizio di Christian Gilardoni

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