I risparmi non devono intaccare eccessivamente il settore della giustizia in Ticino: è l’appello che è stato lanciato oggi, lunedì, dal Palazzo dei Congressi di Lugano in occasione dell’inizio formale dell’anno giudiziario.
Sono stati due gli interlocutori istituzionali che hanno preso la parola, il consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, e il presidente del Tribunale d'Appello Damiano Bozzini.
Hanno affrontato il tema della disciplina finanziaria obbligata del cantone, come pure la necessità di digitalizzare il settore, come previsto dalla Confederazione, entro il 2026 nel progetto "Iustitia 4.0". Per Gobbi, adattare un ambito tradizionalmente cartaceo e analogico alle tecnologie digitali, necessità anche di nuove soluzioni logistiche. Ecco allora emergere uno dei temi politici più spinosi degli ultimi mesi, quello dell'acquisto dello stabile ex EFG a Lugano da tramutare in una sorta di città della giustizia, ma il progetto rischia di arenarsi.
“Oggi abbiamo solo due stabili che hanno la predisposizione tecnica per poter gestire la nuova piattaforma che nascerà a livello nazionale per lo scambio dei documenti su base elettronica; questo mi preoccupa, proprio perché significa che se non si interviene a livello di soluzione logistiche, la giustizia ticinese sarà zoppa”, spiega Gobbi.
Domani, la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio incontrerà proprio il Dipartimento delle istituzioni per salvare il salvabile. Un rapporto di minoranza targato PLR, favorevole all'acquisto dello stabile, è pronto ma occorrerà convincere altri parlamentari, tra cui alcuni leghisti, colleghi di movimento di Gobbi.
“Il mio obiettivo – spiega Gobbi stesso ai nostri microfoni – è di convincere tutti: proprio perché non deve essere un messaggio di bandiera, ma un atto di sostegno a favore del terzo potere, quello della giustizia”.
L'acquisto dello stabile EFG rientra nel contesto delle ristrettezze economiche del cantone. “L’auspicio è che anche in questa fase di riequilibrio dei conti non si adottino misure che incidano negativamente sul buon funzionamento della giustizia, che è un elemento fondamentale delle nostre istituzioni”, sottolinea per parte sua il presidente del Tribunale d'Appello Damiano Bozzini.