Ticino e Grigioni

Occhi europei per la frana

Lo scoscendimento in Calanca tra i temi discussi al simposio sul dissesto idrogeologico dell’arco alpino

  • 11 marzo 2016, 20:24
  • 1 settembre 2023, 17:14
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Calanca, si circola a singhiozzo

Il Quotidiano 11.03.2016, 20:00

La Calanca interna è tornata a vivere. L’apertura della pista provvisoria che aggira il grosso della frana caduta tra Buseno e Molina, ha permesso alla popolazione dei tre comuni di riavere i collegamenti (stradali ma pure telefonici) con il resto del mondo, ai ragazzi di riprendere la scuola e alle imprese di tornare a lavorare.

Sono stati tre giorni di isolamento che ai residenti sono pesati relativamente anche grazie alla presenza di un medico a monte dello smottamento. A farsi sentire di più sono stati l’interruzione del collegamento elettrico (Buseno per una settimana, finché non verranno riparati i danni alla centralina investita dalle pietre, sarà alimentato da un generatore), l’impossibilità di continuare nelle normali attività e il peso psicologico della frana. L’enorme quantità di roccia e terra è caduta in una zona ritenuta non particolarmente a rischio dagli esperti. Ciò che ha fatto sorgere tanti dubbi sulla situazione delle pareti rocciose che sormontano la Calancasca. Pareti che a scadenze più o meno regolari precipitano a valle vanificando gli sforzi che - con gallerie, protezioni e pianificazione del territorio - da anni vengono fatti per garantire la sicurezza alle persone e alle attività economiche che garantiscono la vita in valle anche nei mesi in cui i turisti preferiscono altre mete.

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CSI del 11.03.16: il reportage di Antonella Cruezer

RSI Info 11.03.2016, 21:22

La frana staccatasi lunedì sera è evidentemente stata tra i temi discussi giovedì e venerdì nel corso del simposio che ha riunito a Lugano geologi, ingegneri e tecnici delle regioni dell'arco alpino impegnati nella lotta ai dissesti idrogeologici: smottamenti, esondazioni e valanghe. Nell'aula Magna della SUPSI circa 200 esperti hanno confrontato le proprie esperienze, condividendo il loro sapere. Il convegno proseguirà nei prossimi mesi con visite tecniche e sopralluoghi nelle aree sensibili o dove sono in corso progetti importanti di monitoraggio e riqualifica. L’obiettivo è di salvaguardare la popolazione e il territorio. Ma non solo. Poiché investendo in prevenzione c’è anche la possibilità di risparmiare. Ne è un esempio la costruzione di una diga sul fiume Olona, in provincia di Varese, che ora, dopo decenni di esondazioni, suscita meno preoccupazioni. Oppure la rinaturalizzazione dei grandi corsi d’acqua. Diversi progetti sono rivolti a ridurre i rischi anche in Ticino dove interventi di ampie proporzioni sono previsti sul Piano di Magadino e in Valle Maggia dove, nell’area delle cave a sud di Cevio, si sta ridando spazio al fiume prima che una grande piena faccia danni.

Diem/CSI/Quot

Dal Quotidiano: le spiegazioni di Laurent Filippini, capo dell'ufficio corsi d'acqua


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I pericoli della natura

Il Quotidiano 11.03.2016, 20:00

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