“La pedofilia per me è sempre stata l’orrore degli orrori. E adesso che sono nonno, la considero il reato dello schifo”. Non va tanto per il sottile il granconsigliere PPD Alex Pedrazzini per commentare la sentenza emessa giovedì contro l’ex docente di Arbedo, accusato di aver abusato dei suoi allievi, tutti giovanissimi alunni delle scuole elementari.
L’ex insegnante è stato condannato a 14 mesi sospesi ed è già tornato libero. E Pedrazzini ricorda che “da un punto di vista giuridico c’è la possibilità di ricorrere in appello e andare oltre, ma nella sostanza ciò che conta è che a livello federale ci si sta muovendo per studiare pene più severe in materia”.
La sentenza è diventata un caso in Ticino poiché “le aspettative sono andate disattese”, ha scritto martedì il direttore de La Regione Ticino Matteo Caratti. E ha creato un’indignazione così ampia da scatenare pure diverse iniziative su Facebook, come per esempio quella denominata “I bambini non si toccano”, massicciamente condivisa da numerosi utenti del web.
Il giudice Mauro Ermani, presidente del Tribunale penale cantonale, ai microfoni della RSI ha tuttavia precisato che, per quanto l'accaduto abbia suscitato indignazione, è giusto che si applichi la legge in vigore essendo in uno Stato di diritto.
Alex Pedrazzini ribadisce che a suo avviso pene più dure contro i pedofili siano la norma e ricorda come anche Papa Francesco “di recente abbia invitato i vescovi a denunciare quei parroci o gli altri membri del clero che si macchiano di reati cosi infamanti”. E l’ex Consigliere di Stato conclude: “Personalmente ritengo che un pedofilo non vada nemmeno chiamato uomo”.
EnCa