Né al padre, né ai vertici della Valbianca SA sono imputabili responsabilità penali nell’infortunio sciistico che il 15 gennaio del 2012, ad Airolo-Pesciüm, costò la vita a un bambino italiano di 10 anni. A ribadirlo è stata la Corte dei reclami penali (CRP), che ha respinto il reclamo (inoltrato dalla mamma della vittima) contro i due decreti d’abbandono emessi, negli scorsi mesi, dalla procuratrice Margherita Lanzillo.
Quel giorno – ricordiamo – Mattia si lanciò sulla "nera" che parte da Varozzei. Il bambino cadde, e dopo essere scivolato lungo il pendio picchiò contro il muro di neve che delimita la pista. Mattia morì sul posto, sotto gli occhi del papà.
Da qui l’inchiesta, sfociata nei due abbandoni. La società è stata scagionata sulla base di una perizia. Per il padre Lanzillo ha applicato invece l’articolo 54 del codice, prescindendo dal procedimento in ragione della sofferenza già patita dall’uomo. La CRP, come detto, ha ora confermato entrambe le decisioni.
Francesco Lepori