L’uomo accusato di aver pestato a sangue la moglie davanti ai due figli piccoli lo scorso anno in via Brentani a Lugano è stato condannato lunedì sera a cinque anni e tre mesi per tentato omicidio intenzionale e vie di fatto.
Comparso davanti alla Corte delle Assise Criminali presieduta dal giudice Mauro Ermani, il 31enne eritreo che nel gennaio 2013 aggredì con estrema violenza la consorte nel quartiere di Molino Nuovo non ha potuto far valere la “scusante” della motivazione culturale. Secondo il procuratore pubblico Paolo Bordoli, quello scatenato dal giovane è stato infatti “il pestaggio selvaggio” di una donna indifesa, la moglie 28enne.
A scatenare le ire del cittadino eritreo, che si era ricongiunto con la donna soltanto da qualche mese, sarebbe stato il comportamento definito “irrispettoso” della giovane nei suoi confronti. Per punirla, l’aveva picchiata con calci e pugni e anche usando una teiera d’argento come corpo contundente. Le ferite furono gravi al punto da rendere necessario il ricovero della sventurata per quasi un mese.
Red. MM./CSI/EnCa/Darco Degrussa
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Il servizio di Darco Degrussa
RSI Info 05.05.2014, 19:55