Ticino e Grigioni

Poliziotti prosciolti

Scagionati i quattro agenti della cantonale finiti sotto inchiesta dopo l’intervento antisommossa che nel 2017, a Cornaredo, provocò il ferimento di un tifoso

  • 01.10.2021, 20:02
  • 20.11.2024, 19:33
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La polizia in tenuta antisommossa in una foto del 2019

  • Keystone/Ti-Press/Samuel Golay
Di: Francesco Lepori 

Il procuratore generale Andrea Pagani ha emesso un decreto di abbandono contro i quattro poliziotti della cantonale finiti sotto inchiesta per l’intervento antisommossa compiuto la sera dell’8 agosto 2017, fuori dallo stadio di Cornaredo.

La partita tra il Lugano e lo Zurigo era terminata da poco quando una ventina di ultrà bianconeri raggiunse la zona situata davanti alla caserma dei pompieri. Il gruppetto (in maglietta e calzoncini) cominciò a provocare con pesanti sfottò il corteo di sostenitori della squadra avversaria, che lungo la via Trevano si stava dirigendo verso la stazione. Fu allora che, a due riprese, la polizia sparò alcuni proiettili di gomma.

Uno colpì all’occhio destro un supporter luganese, provocandogli un leggero difetto permanente alla vista. Meno grave di quanto supposto inizialmente, e non tale comunque da comprometterne l’attività lavorativa.

02:30

Poliziotti assolti

Il Quotidiano 01.10.2021, 19:00

Quattro, come detto, gli indagati: il responsabile del dispositivo di sicurezza, il caposezione, il capogruppo e i due agenti che materialmente esplosero i proiettili. Tutti sono stati prosciolti: sia dall’accusa di lesioni colpose gravi, sia da quella di abuso di autorità.

L’intervento – ha stabilito Pagani – fu proporzionato alle circostanze, poiché servì a evitare che le due tifoserie venissero a contatto. I colpi, sparati nel rispetto delle norme previste e senza l’intenzione di ferire qualcuno, partirono infatti proprio nel momento in cui gli zurighesi si apprestavano a sbucare da dietro la caserma.

La vicenda rischia però di non essere chiusa. Probabilmente il 51enne, rappresentato dall’avvocato Giovanni Augugliaro, impugnerà la decisione, rivolgendosi alla Corte dei reclami penali. “Tanti dubbi e tante circostanze non sono stati chiariti”, sostiene il legale.

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