Una forte concentrazione di polveri fini nell'aria è un fattore aggravante del COVID-19, con effetti sulla trasmissione e sulla gravità della malattia, secondo quanto suggeriscono gli studi di ricercatori dell'Università di Ginevra e del Politecnico federale di Zurigo.
Si sa ormai che il coronavirus circolava in Europa già a fine 2019. Il netto aumento della mortalità è stato osservato però solo in primavera. Qui entra in gioco il Ticino, dove l'inquinamento da polveri fini è cresciuto dopo un periodo di foschia sul Piano di Magadino e nel Sottoceneri, a fine febbraio. In seguito si è assistito a un'esplosione delle ospedalizzazioni per coronavirus, sottolinea la ricerca, pur precisando che in concomitanza si svolgeva il carnevale, che ha facilitato la propagazione.
La relazione tra coronavirus e inquinamento
Telegiornale 08.04.2020, 14:30
Non si esclude quindi che il coronavirus sia trasportato (anche) dalle polveri fini. Uno studio italiano aveva già scoperto l'RNA del virus su queste particelle. Esperti delle università di Aarhus e Siena avevano inoltre sottolineato una correlazione fra mortalità per COVID-19 e inquinamento.