L’inverno scorso è stato particolarmente duro per gli apicoltori svizzeri che hanno visto letteralmente decimate le proprie colonie di api.
Lo rende noto oggi l’Ufficio federale dell’agricoltura che ha visto al rialzo le cifre pubblicate a inizio mese. Da un’indagine recente, infatti, è emerso che nella Confederazione sono scomparse in pochi mesi almeno 100'000 colonie, la metà del totale. “L’analisi dei dati è sconvolgente”, sottolinea l’UFAG in un comunicato nel quale ricorda che, "il fenomeno ha toccato indistintamente tutti i cantoni".
Danni per diversi milioni di franchi
La causa principale della moria è l'acaro parassita della varroa. I danni sono di un'ampiezza mai raggiunta prima, sottolinea l'UFAG secondo cui "gli apicoltori svizzeri registrano una perdita di quasi 25 milioni di franchi, mentre al momento non può essere ancora valutato l'influsso sull'impollinazione di piante utili e piante selvatiche".
Perdite fino al 70% in Ticino
Se nella Confederazione si stima una perdita media del 70% delle api, la situazione a Sud delle Alpi è ancor più preoccupante. Secondo il presidente della Società ticinese di apicoltura, Davide Conconi, le perdite hanno raggiunto il 70% con danni stimati in alcuni milioni di franchi.
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Davide Conconi, un inverno difficile
Si tratta di un fenomeno noto da diversi anni, ricorda Conconi, le cui cause possono essere attribuite a diversi fattori tra cui l'acaro parassita della varroa, l'uso sproporzionato di pesticidi in agricoltura, nonché alcune malattie delle api.
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Non solo, tra le cause di questa moria, sottolinea ancora Conconi, figurano pure gli apicoltori che hanno sfruttato in modo eccessivo le api per anni, cercando prevalentemente il profitto.
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