Lesioni semplici, vie di fatto e abuso di autorità. Sono i reati ipotizzati nella denuncia che un 35enne ha sporto lunedì contro ignoti per i presunti maltrattamenti subiti durante un fermo di polizia, a Lugano, nella notte di Capodanno.
Tutto è iniziato attorno alle 3.00, fuori da un locale di Molino Nuovo. "Volevo solo salutare un amico - racconta - e per non pagare l’entrata ho proposto di lasciare in pegno la mia giacca. Appoggiandola è caduto però uno dei due coltelli da cucina che avevo appena utilizzato per preparare, a casa di amici, il cenone di San Silvestro". Da qui l’intervento della polizia, cantonale e comunale, avvertita dagli addetti alla sicurezza. "Ero già ammanettato quando, all’improvviso, uno dei poliziotti mi ha scaraventato a terra, rompendomi due denti". Poi la perquisizione nella sede di via Beltramina che, sempre secondo lui, lo stesso agente avrebbe effettuato in maniera scorretta.
Ben diversa, però, la versione della polizia di Lugano. "Il fermo si è svolto nel pieno rispetto della proporzionalità – ha spiegato il capodicastero Michele Bertini. L’uomo aveva bevuto, aveva due coltelli e al momento del fermo ha opposto resistenza". Al procuratore, ora, il compito di stabilire se l’intervento sia stato o no adeguato.
Francesco Lepori
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