Il rinnovo della concessione (previsto per fine 2016) dovrà essere un'occasione per ripensare la gestione della navigazione pubblica sul Lago Maggiore, perché genera malcontento non solo sulla sponda locarnese, ma anche su quella lombarda e piemontese. L'occasione per il confronto si è presentata lunedì, a Mezzana, dove lo studio commissionato dall'Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia (ERS-LVM) è stato presentato anche ai colleghi italiani.
Utenti in calo, flotta vetusta, prezzi in aumento, nessuno sforzo per sfruttare la domanda turistica, sono solo alcuni degli elementi negativi emersi dallo studio al quale ha partecipato anche l'Università di San Gallo e che vede la navigazione sul bacino svizzero del Verbano all'ultimo posto nel paragone con gli altri laghi elvetici. Un quadro impietoso, sul quale hanno chiesto di intervenire anche gli amministratori d'oltreconfine, come l'ossolano Enrico Borghi, capogruppo Pd nella commissione territorio e infrastrutture della Camera, che suggerisce di sfruttare il prossimo rinnovo per puntare sulle liberalizzazioni "come stiamo facendo in Italia" e "avere un servizio più moderno e integrato tra le due sponde".
Red.MM
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