La Bally di Caslano entra in una fase di ristrutturazione. Dopo l’annuncio del passaggio in mani americane, e la conseguente preoccupazione dei dipendenti, ora per il marchio di alta moda ci saranno dei cambiamenti in Ticino, dove sono attivi 250 dipendenti. Potrebbero prospettarsi importanti tagli, principalmente nella parte produttiva, dove lavora un centinaio di persone.
Dalle 11 è in corso un colloquio tra i vertici dell’azienda e i sindacati e dalle 15 è previsto un incontro con tutto il personale.
Ad agosto era stato indicato che la vendita al fondo statunitense Regent LP era stata una necessità per evitare il fallimento dell’azienda. La scelta del nuovo proprietario, però, ha portato a vari timori. Il fondo è specializzato nella trasformazione dei marchi, cambiamenti che però in altri casi non sono stati sinonimo di successo.
A rappresentare i dipendenti in Ticino è il sindacato OCST, che non era stato coinvolto dall’azienda nel passaggio di proprietà. Il CEO Nicolas Girotto aveva mandato una mail ai dipendenti, indicando che la vendita apriva nuove prospettive per Bally.
Le preoccupazioni, oltre a quelle legate ai posti di lavoro, riguardavano anche la questione fiscale. Infatti in caso di chiusura, il comune di Caslano perderebbe un importante contribuente. Il sindaco, Emilio Taiana, aveva però ricordato, che il 90% del gettito del comune arriva dalle persone fisiche. Un altro aspetto che tocca il territorio, riguarda la Fondazione culturale Bally, che ha un’intesa con la Città per creare un laboratorio culturale a Villa Heleneum.
Piani di ristrutturazione per Bally
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Bally passa in mani americane
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