L'Italia, per far quadrare i conti pubblici, sta elaborando una serie di provvedimenti che prevedono, tra l’altro, l’ennesima possibilità di regolarizzare i soldi depositati all’estero.
Nell’animato dibattito politico in corso nella vicina Penisola sulla legge di Stabilità, infatti, da più parti si chiede che Roma raggiunga un accordo con la Confederazione per facilitare il rientro dei capitali italiani.
Stando alla stampa d’oltre confine sono due le strade sulle quali il Governo italiano potrebbe incamminarsi: facilitare il rimpatrio spontaneo e raggiungere un’intesa con Berna per lo scambio di informazioni. Due strade parallele ma con lo stesso fine: riportare a casa i soldi depositati nelle banche svizzere. Un’offensiva non nuova, ventilata ora anche dal premier Enrico Letta che, nel suo discorso al Parlamento per la fiducia, ha parlato di “un piano articolato sul tema della legalità dei capitali all’estero”.
Nessun condono o scudo
Per l’Italia la regolamentazione volontaria non sarà paragonata a un condono o a uno scudo fiscale, è stato assicurato. Chi vorrà potrà autodenunciarsi e dichiarare i propri averi detenuti all’estero, beneficiando di uno sconto su imposte e interessi che sarà chiamato comunque a versare. Una via percorribile, ma che non dovrebbe rivelarsi particolarmente proficua per le casse pubbliche.
Diversamente, invece, potrebbe essere l’effetto di un'intesa bilaterale con la Svizzera, che dal canto suo si è già dichiarata più volte disposta e aperta al dialogo sostenendo l’accordo Rubik. Nuove trattative in vista tra le parti, quindi, nell’ambito di una legge di Stabilità che, è bene ricordarlo, al momento non esiste ancora ufficialmente.
Lino Bini
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RG 08.00, Fulvio Pelli al microfono di Camilla Mainardi
RSI Info 28.10.2013, 11:09