"Il Festival del Film Locarno deve limitarsi a ospitare gli artisti e le loro opere cinematografiche": questa l'opinione del movimento BDS, per il boiccottaggio, il disinvestimento e le sanzioni verso Israele, che ha lanciato un appello oggi, venerdì, in conferenza stampa a "boicottare coloro che rappresentano gli atti criminali perpetrati contro il popolo palestinese."
La collaborazione dell'organizzazione del Festival con il Fondo Israeliano per il Cinema, che vede tra suoi i finanziatori il Ministero degli affari esteri di Tel Aviv, non è infatti passata inosservata. Ribattezzare la sezione dedicata ai film in post-produzione "First Look" (primo sguardo) invece dell'iniziale "Carte Blanche" non è bastata a placare gli animi di chi vede con scetticismo la scelta della direzione artistica di dedicare l’iniziativa a Israele.
Alla domanda se la presenza di artisti provenienti da paesi con difficili situazioni politiche come questa non sia sempre un'occasione di dialogo, i promotori dell'iniziativa BDS rispondono "sì, gli scambi con gli artisti sono fondamentali ma senza coinvolgere istituzioni culturali finanziate da un governo che non rispetta il diritto internazionale e i diritti umani fondamentali di alcuni dei suoi cittadini".
All’incontro odierno è stata criticata anche la tempistica della collaborazione con il paese della stella di Davide, che arriva a un anno esatto dall'operazione militare sulla Striscia di Gaza che fece più di duemila morti tra i palestinesi tra cui cinquecento bambini.
Secondo Ronnie Barkan, militante del movimento, non si discute della qualità artistica dei film che potrebbero anche portare messaggi culturali importanti e stimolare la critica, ma ci si vuole unicamente concentrare sull'esclusione di Israele dalle collaborazioni culturali internazionali a causa delle sue politiche.
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