Un’impennata di multe per importazioni non corrette di cani è stata registrata nel 2020 in Ticino: sono state 160 quelle inflitte lo scorso anno, contro il centinaio del 2019.
Così come le contravvenzioni, cresce anche il numero di questi animali (+1'000 in un anno e + 350 nel solo mese di gennaio) ma aumentano soprattutto le pagine Facebook di privati o associazioni che propongono di adottare cani provenienti da vari paesi, come Italia e Bosnia per esempio.
Il fenomeno è noto alle autorità cantonali, per le quali diventa difficile assicurare la tracciabilità degli animali. “Ci sono vere adozioni ma anche dei probabili commerci spacciati come tali, in Italia per esempio la compravendita di cuccioli e di cani adulti per il mercato interno e quello estero è tra i traffici illeciti più diffusi” spiega alla RSI Luca Bacciarini, il veterinario cantonale. Le statistiche del 2020 fanno stato anche di una trentina di ordini di isolamento nel 2020. In questi casi la provenienza dei cani non è chiara, e dunque nemmeno il loro stato di salute. La maggior parte sono a domicilio, una decina invece sono in protezione animali (significa che il rischio che l'animale abbia la rabbia è elevato); nel peggiore dei casi il cane deve essere soppresso.
“Parliamo dei casi che ci vengono segnalati dai veterinari, dalle dogane o dalla polizia – continua Luca Bacciarini –, ma ce ne sono anche di cui non siamo venuti a conoscenza. Bisogna comunque fare delle distinzioni: ci sono associazioni che lavorano molto bene e altre meno”.
L’ultimo sequestro si è verificato proprio ieri (giovedì), mentre sabato – come già anticipato dal Corriere del Ticino – 24 cuccioli sono stati intercettati al valico di Brogeda e, secondo la polizia italiana, sono stati trasportati in modo non conforme.
Il fenomeno generale delle adozioni illecite e già stato ampiamente documentato, eppure poco o nulla è cambiato. “I controlli vengono effettuati, un problema principale – spiega ancora il veterinario cantonale – è che se l’associazione è autorizzata dal nostro ufficio, al momento ce ne sono quattro o cinque, e fa direttamente l’importazione e cede gli animali in Svizzera, abbiamo traccia di tutto quello che è successo. Se invece l’associazione è attiva all’estero e cede i cani per esempio in Nord Italia, non possiamo fare controlli”. Bacciarini sottolinea quindi che “bisogna sempre fare attenzione e affidarsi ad associazioni che hanno volontari competenti, non lasciarsi prendere dall’emotività vedendo un post su Facebook. A pagarne le conseguenze può anche essere il cane, bisogna chiedersi anche dove vengono tenuti e come vengono trasportati questi animali”.
Il Ticino resta inoltre uno dei cantoni con il più alto numero di cani, che attualmente sono oltre 32'000.