Mercoledì la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha disposto l’arresto, con l’accusa di corruzione, di un dipendente del Canton Ticino. Si tratta di un impiegato alla Sezione della logistica, senza funzioni dirigenziali, che per motivi da accertare avrebbe ricevuto alcune migliaia di franchi.
Il caso rientra nell’inchiesta che ha già portato in carcere, per una serie di truffe assicurative, diverse persone. Gli imputati principali sono due responsabili regionali della Belfor, fratelli, che avrebbero raggirato le assicurazioni corrompendo gli ispettori delle compagnie (tre in tutto, pure finiti dietro le sbarre). Truffa e corruzione tra privati i reati ipotizzati dagli inquirenti, che i cinque – sempre secondo le informazioni raccolte dalla RSI – contestano.
C’è poi un secondo filone di indagine, non meno importante. I due fratelli erano azionisti della Sublimity Management Services: un’agenzia con sede a Cheyenne (in Oklahoma) e succursale a Bellinzona, che forniva personale alla Belfor. Nel corso degli anni ci sarebbero state delle sovrafatturazioni, per prestazioni gonfiate o addirittura mai eseguite. Episodi ammessi però solo in minima parte dagli interessati.
A rivelare la vicenda è stata una dipendente della Sublimity, che la ditta aveva denunciato per avere sottratto del denaro (si parla di quasi un milione) dalle casse della società. La donna, arrestata in aprile con il marito, ha vuotato il sacco, e da lì è partito tutto.
Gli indagati sono al momento ben una dozzina. E il loro numero potrebbe salire ancora, così come quello delle somme in gioco, già oggi rilevanti. L’inchiesta non è che agli inizi.