Se non è un record, poco ci manca. Dal 28 agosto 2016 al 13 maggio scorso due cittadini bulgari avrebbero clonato (o tentato di clonare) qualcosa come oltre 7'000 carte, che gli ignari possessori inserivano nei bancomat per compiere le loro normali operazioni. Più di 5'000 casi sarebbero avvenuti in Ticino: 1'180 nella sola Bellinzona, 998 a Cugnasco, 950 a Sant’Antonino, 756 a Sementina. E infine i 1’666 episodi segnalati nel Comune di Monteceneri.
Il 33enne e il suo connazionale (di 39 anni) manomettevano gli sportelli elettronici, installandovi per qualche ora degli appositi apparecchi, dotati anche di microcamera. Poi inviavano i dati in Indonesia, a Giakarta, dove qualcuno provvedeva a stamparli su carte vergini da utilizzare a proprio piacimento. Tra acquisti e prelevamenti – ha accertato l’inchiesta – sarebbero stati sottratti poco più di 57'000 franchi.
Per i due imputati, già in regime di espiazione anticipata della pena, si profila ora il processo. La procuratrice pubblica Margherita Lanzillo li ha infatti rinviati a giudizio. Davanti alla Corte delle Assise Criminali, che sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, dovranno rispondere di acquisizione illecita di dati e di abuso di un impianto per l’elaborazione dei dati. Rischiano tra i due e i cinque anni di carcere.
Francesco Lepori