Sostanze stupefacenti

Stanze del consumo, Lugano è un passo indietro

La diffusione del crack ha riacceso i riflettori sui locali per l’assunzione di droghe in ambienti sicuri – Molti centri urbani percorrono questa strada ma la città ticinese (e l’intero Cantone) non ancora

  • 22 ottobre, 11:11
  • 22 ottobre, 14:13
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Crack di Stato

Modem 22.10.2024, 08:30

  • Immagine RSI
Di: Modem/Ludovico Camposampiero 

Il traffico e il consumo di crack si stanno diffondendo in Svizzera e il Ticino non fa eccezione. Per cercare di gestire l’assunzione di questa droga subdola e potente, derivata dalla cocaina, molte città si appoggiano alle cosiddette “stanze del consumo”: luoghi protetti in cui i consumatori possono fare uso di droga, da loro acquistata, venendo presi a carico da operatori sanitari quando necessario. Un modo per monitorare anche il mercato nero e intervenire qualora si affacciassero all’orizzonte nuove e più pericolose sostanze. Molte città hanno scelto di costruire locali del genere: in alcune sono presenti da decenni (vennero costruiti già ai tempi della scena aperta dell’eroina), in altre invece solo più recentemente si è deciso di puntare su locali simili. In diverse città, dunque, ma non a Lugano, che resta ancora molto indietro su questa tematica e che si pone in controtendenza rispetto a numerose altre realtà svizzere. Sulle rive del Ceresio, solo recentemente si è iniziato ad abbozzare l’idea di puntare su qualcosa del genere, come emerso dall’odierna puntata di Modem, l’appuntamento radiofonico quotidiano dedicato all’approfondimento dell’attualità. La puntata era dedicata al fenomeno del crack, dopo che – è notizia di questi giorni – Coira ha dichiarato di valutare la somministrazione controllata di cocaina, sulla scorta di quanto già fatto in Svizzera per anni con l’eroina. La capitale grigionese, lo ricordiamo, aveva già avallato negli scorsi mesi la costruzione di una sala del consumo proprio per far fronte alla diffusione del crack.

Benché caldeggiate dalla maggior parte degli esperti e dalle stesse autorità sanitarie federali, simili stanze in Ticino non sono mai esistite. Tuttavia, il crack si sta diffondendo anche a sud della Alpi. “Il crack è arrivato anche a Lugano e pone problemi di grande disagio, di grave degrado – conferma ai microfoni di Modem Karin Valenzano Rossi, municipale e responsabile del Dicastero sicurezza e spazi pubblici – La situazione non è ancora così grave come in altre città svizzere, ma constatiamo anche noi questo fenomeno, che vorremmo evitare degenerasse in modo molto più preoccupante. Gli effetti molto più negativi (del consumo del crack, ndr) rispetto a quello di altri stupefacenti sono stati constatati anche da noi: aggressività crescente e ricerca di ulteriore stupefacente da consumare. Questo ci preoccupa perché si vedono crescere anche problemi di ordine pubblico.”

Questi problemi, continua Valenzano Rossi, “a Lugano si verificano spesso nella zona limitrofa al Parco Ciani o in una zona circoscritta del parco, vicino alle scuole, ai giovani, alle città, e fanno crescere una sensazione di insicurezza da parte della popolazione”.

La municipale aggiunge che: “È assolutamente giusto tematizzare tutto quello che si può fare per cercare di contenere la piaga della droga in generale. Sappiamo che è un’illusione il pensare di poter eliminare del tutto la droga e le scene più o meno aperte di consumo; quindi, è assolutamente importante cercare di percorrere tutte le ipotesi che si possono mettere in campo”. Tuttavia, Lugano, ammette la stessa Valenzano Rossi, “è un po’ più indietro” rispetto al resto della Svizzera, non avendo questo genere di locali.

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Le stanze del consumo in Svizzera - Fonte: Infodrog.ch

  • RSI

Stanze del consumo, “il tema è anche culturale”

Come spiegarlo? Che cosa frena dall’allestire locali del consumo anche nella città più popolosa del Cantone, come fatto invece in altri centri urbani, anche di dimensioni più piccole? Ai microfoni di Modem la municipale spiega che: “Non se n’è mai parlato veramente in termini concreti, almeno che io ricordi. Il tema è più ampio, ed è culturale, non riguarda solo Lugano ma l’intero Cantone”.

A Lugano, continua, “da un paio di anni ci interroghiamo sull’opportunità di studiare un progetto che vada in questa direzione. Tuttavia, gli ostacoli sono molti, ci sono vari aspetti da considerare, non da ultimo quello culturale come ho evidenziato, ma anche altri aspetti pratici: dove trovare uno spazio che venga anche accettato dalla popolazione? Quali potrebbero essere i costi e quanto personale formato servirebbe? Non da ultimo: serve un’accettanza a livello politico che non pare così scontata. Ma è corretto cominciare a discuterne in modo concreto”.

“Nessuna stanza del consumo al Parco Ciani”

A Losanna, per esempio, sono stati aperti ben due locali per il consumo ed entrambi si trovano vicino alle scene dello spaccio. Gli esperti sono concordi: edificarli troppo lontano da dove avviene la compravendita della droga non servirebbe a niente. Non verrebbero usati.  A Lugano sarebbe dunque immaginabile trovare un locale non troppo lontano dalle zone di spaccio? “È una domanda da un milione di dollari – risponde la municipale - Ci sono già oggi a Viganello strutture per la cura delle dipendenze, che hanno locali dedicati non al consumo ma alla presa a carico delle persone: si potrebbe pensare a una collocazione in sinergia con queste realtà che già oggi esistono sul territorio e che già oggi forniscono servizi preziosi alle persone affette da dipendenze. Non so dire un luogo preciso, certamente non possiamo immaginare di mettere una stanza del consumo al Parco Ciani”.

Valenzano conclude ribadendo che l’interesse per le stanze del consumo esiste, poiché queste strutture oltre a limitare i danni per i consumatori, contribuiscono alla sicurezza permettendo di essere più efficaci dal profilo dell’ordine pubblico. Ma, aggiunge: “Noi siamo lontani… abbiamo appena considerato l’ipotesi di poter andare in questa direzione e dovremmo riuscire dapprima a costruire una forma di consenso e di accettanza, sia politica sia da parte della popolazione”.

L’esempio di Friburgo: “Vogliamo anticipare la diffusione”

L’ultima sala del consumo è stata aperta in agosto a Friburgo. A gestirla è la fondazione Le Tremplin, nel quartiere di Pérolles. Dopo anni di discussioni nel cantone a maggioranza cattolica della Svizzera Romanda, che conta circa 350’000 abitanti, il Consiglio di Stato friburghese ha puntato con forza alla realizzazione di un tale spazio. Definito addirittura “una priorità” nel suo rapporto di pianificazione per la presa scarico di persone dipendenti da sostanze 2022-2025. Questo, come emerso in un nostro recente articolo, non ci sia ancora una reale emergenza crack”

04:58

Crack, anche a Friborgo è stata aperta una stanza del consumo

RSI Info 07.10.2024, 16:36

Allarme crack: l’onda bianca si espande

La diffusione del crack è sempre più ampia in Svizzera e il Ticino non fa eccezione, come emerge da un recente reportage andato in onda a Falò che mostra come questa droga, derivata dalla cocaina, sia sempre più presente ovunque. Per contrastare questo fenomeno, in molte città si stanno facendo largo le stanze del consumo, per permettere ai tossicodipendenti di consumare droga (la stragrande maggioranza consuma, appunto, crack) in un ambiente controllato. Sempre a Falò, un secondo reportage ha inoltre mostrato quanto siano presenti e diffusi i traffici di cocaina: una droga che sta letteralmente travolgendo l’Europa, Svizzera compresa.

Da Falò

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