Il Gruppo strategico per il rilancio del Ticino ha presentato alla stampa un primo bilancio della sua attività. Il consesso, di cui fanno parte rappresentanti della politica, dell'economia e del mondo sindacale ha elaborato un piano di possibili interventi per far fronte alle conseguenze del rallentamento causato dalla pandemia sul tessuto sociale ed economico cantonale. Sono stati in particolare individuati quattro ambiti d’intervento nei quali inserire delle misure che possano accompagnare la ripresa in atto.
S'intende per esempio favorire la ricerca e l'innovazione, potenziare le sinergie fra istituti formativi ed economia, promuovere l'economia a chilometro zero, ma anche sostenere una categoria particolarmente colpita: le donne. Claudia Sassi, della sezione del lavoro al Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), ha spiegato che, ottenuta l'approvazione da parte della SECO del progetto per la creazione di job mentor che dal prossimo settembre favorirà il reinserimento dei disoccupati oltre i 50 anni, si sta elaborando una strategia di reinserimento per i profili femminili, per esempio rafforzando delle misure di accompagnamento alla microimprenditorialità femminile.
Nella conferenza stampa di Bellinzona è intervenuto anche il direttore del DFE, Christian Vitta, che ha sottolineato come l'economia cantonale sia stata capace di reagire: "Da scenari in cui si prevedevano contrazioni del PIL superiori all'8%, il Ticino è riuscito a stringere i denti, rimboccarsi le maniche e riagganciarsi al trend nazionale". Tuttavia, è innegabile che gli effetti della pandemia in Ticino ci sono stati e ci sono tuttora: basti pensare che sono stati versati, da marzo 2020, oltre 790 milioni di franchi di indennità per lavoro ridotto.
La Svizzera e il Ticino, ha sottolineato da parte sua l'economista professore emerito dell'USI Mauro Baranzini, hanno saputo affrontare la crisi in modo invidiabile, limitando la contrazione del prodotto interno lordo, l'aumento della disoccupazione e la crescita del deficit pubblico. Ora si tratta di affrontare il futuro, tenendo conto di numerosi fattori che rappresentano altrettante sfide: incertezza sull'evoluzione epidemiologica, i cambiamenti in atto a livello globale (digitalizzazione, evoluzione demografica e flussi migratori), l'importanza della formazione, le relazioni con l'Unione Europea e la nuova fiscalità internazionale. "La Svizzera e il Ticino - ha sottolineato Mauro Baranzini - hanno tutte le carte in regola per affrontarle con successo!".
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