"Per il Ticino le conseguenze dell’abbandono della soglia minima di cambio non saranno da niente. Anzi...". Il professor Mauro Baranzini, già decano della Facoltà di scienze economiche dell’USI, raggiunto per un primo commento alla mossa della Banca nazionale svizzera non si dimostra particolarmente sorpreso ma non nasconde le proprie preoccupazioni. "Il passo era inevitabile da almeno tre mesi quindi non posso dirmi stupito – rileva alla RSI -. L’economia svizzera nel suo complesso non dovrebbe patirne oltremodo, ritenuto che le esportazioni continuano ad essere a eccellenti livelli. Certo è però che per il nostro cantone si annunciano tempi difficili soprattutto per l’industria a basso valore aggiunto e il turismo, ma ne soffriranno anche il commercio e gli altri settori”.
Ma il consumatore non dovrebbe approfittarne?, gli chiediamo. "Certo – rileva Mauro Baranzini -. Probabilmente scenderanno i prezzi dei prodotti importati, compresi i carburanti, fare le vacanze all’estero costerà meno. Anche fare la spesa all’estero sarà ancora più conveniente. Ma un consumatore è anche un lavoratore. A ridere saranno i frontalieri il cui stipendio in Italia sarà molto pesante”.
Ragionevole un cambio a 1,10
A corto termine è prevedibile una discesa repentina del cambio. Dove si arriverà? "In tempi brevi penso che si potrebbe tornare alla situazione del 2001, quindi si potrebbe arrivare alla parità tra franco ed euro e magari anche a qualcosa meno; direi 0,95 – conclude l’economista –. A livello più generale ritengo ragionevole un cambio a 1,10".
Diego Moles
Dal TG20: