Ticino e Grigioni

Tribunale penale azzoppato: “Ci sono risorse”, “ma serve tempo”

La destituzione di due giudici (e un terzo sub judice) crea preoccupazione sulla tempistica dei prossimi processi. Gli avvocati: “Non basta sedersi su uno scranno per essere pronti a giudicare”

  • 13.12.2024, 19:39
02:55

Giudici destituiti, molte le incognite

Il Quotidiano 13.12.2024, 19:00

Di: QUOT/De Nigris/Spi 

Due giudici del Tribunale penale cantonale destituiti e un terzo, il presidente Mauro Ermani sub judice da parte del Consiglio della Magistratura. Tra gli addetti ai lavori è palpabile la preoccupazione per un organo azzoppato almeno nei suoi due quinti. “Dobbiamo renderci conto - dice l’avvocato Gianluca Padlina ai microfoni della RSI - che una delle principali autorità giudiziarie del Canton Ticino, di colpo, si viene a trovare con il 40% in meno della forza lavoro. Ma deve comunque continuare a erogare i propri servizi, ci sono processi già in agenda e incarti in attesa di giudizio. È evidentemente una situazione che dovrà essere affrontata con celerità”. Secondo l’avvocato Paolo Bernasconi, “la situazione transitoria sicuramente durerà qualche mese, ma ci sono le risorse per affrontarla. Se poi si dovesse procedere a una sostituzione, va bene, il Parlamento procederà”.

Una cinquantina di incarti per giudice all’anno

Sono una cinquantina gli incarti che mediamente ogni giudice ogni anno è chiamato a evadere. E ci sono molte persone, vittime e imputati, che attendono risposte molto importanti in tempi brevi. In totale in tutte le sezioni del tribunale d’appello ci sono 28 giudici nominati e 16 supplenti, alcuni dei quali partecipano sia alle assise correzionali sia a quelle criminali. “Le risorse all’interno del Tribunale penale e anche all’interno di quello amministrativo, anche grazie ai giudici supplenti, sono presenti - insiste Bernasconi -. Quindi non c’è nessun allarme dal punto di vista dell’organizzazione e della supplenza”.

Lo strumento per nominare i giudici supplenti, senza passare dalle consuete nomine in Gran Consiglio, c’è ed è contemplato dalla legge sull’organizzazione giudiziaria, articolo 24, che dà facoltà al Consiglio di Stato di designare un supplente per un periodo determinato. “Immagino che un grosso lavoro all’interno del tribunale - osserva Padlina - dovrà essere quello di assegnare poi delle priorità nella riassegnazione dei vari dossier. Al di là di quelli già in agenda che, immagino, non potranno avere luogo nelle tempistiche previste. Al giudice che riprende un dossier non basta evidentemente sedersi sullo scranno per essere pronto. È materia che richiede molto tempo”. Resta da capire chi davvero potrà fare cosa. Oggi abbiamo cercato di interpellare i vari attori istituzionali ma purtroppo senza esito.

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