Nonostante i numerosi appelli delle autorità, non ultimo quello recentissimo di Norman Gobbi dall'aula del Gran consiglio, in dialetto svizzero tedesco, le residenze secondarie delle vallli ticinesi rimangono molto attrattive per i loro proprietari, spesso confederati, che rischiano di gravare in modo eccessivo sulle infrastrutture di una serie di paesini che in tempi di coronavirus preferirebbero un'isolamento altrimenti aborrito.
Stepahn Chiesa al centro della foto con, da sinistra, i colleghi muncipali di Onsernone Adriano Bellinato, Cristiano Terribilini, Wilma Gamboni e Marco Garbani Nerini
Al microfono di Flavio Maddalena le Cronache della Svizzera italiana, su Rete Uno, ci propongono le considerazioni del municipale di Onsernone Stephan Chiesa: " Se una cinquantina di persone decisono di passare il periodo della pandemia nel nostro comune - dice il capo dicastero educazione sicurezza e cultura - significa che nei nostri negozietti si riversano un quinto degli abitanti in più. E così, quello che in altri tempi sarebbe un piacere, adesso crea grossi problemi in relazione al rispetto delle misure di distanziamento sociale."
Alla polizia di prossimità - sulla scia di quanto ha fatto la Verzasca - abbiamo chiesto di aumentare i controlli, ma più che invitare la gente a rinunciare alle loro trasferte non possiamo fare. "Ci vorrebbe un po' di buon senso - conclude Stephan Chiesa - ma sono appelli che come constatiamo, cadono nel vuoto. E la Pasqua è alle porte! "