Una 29enne polacca è stata condannata oggi (martedì) a Lugano a due anni e mezzo di carcere nell'ambito di un processo sui cosiddetti "falsi poliziotti". Una forma di truffa che è stata definita ancor più "crudele e perfida" rispetto a quella del "falso nipote".
La donna alla sbarra oggi a Lugano era un'esecutrice materiale di questa truffa, brutalmente definita in aula come "l'ultima ruota del carro" di una banda criminale. Una famiglia, secondo quanto ricostruito dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli, di cui l'imputata fa parte e che da diversi anni porta avanti questo tipo di truffa: la dinamica è molto simile a quella della cosiddetta truffa del "falso nipote", ma, come ha sottolineato la procuratrice pubblica, è ancor più "crudele e perfida". Si individuano anziani particolarmente vulnerabili: poi il primo passo è la telefonata alla vittima - fatta da un membro della banda che parla italiano - in cui si dice che un figlio, o una figlia, si trova in gravi necessità. Le storie generalmente sono due: o il figlio versa in condizioni critiche in ospedale e si chiedono svariati migliaia di franchi per cure urgenti, oppure ha provocato un grave incidente stradale, è in stato di arresto e pertanto va versata una cauzione.
Le vittime subiscono uno shock emotivo e perdono la capacità di ragionare
Durante il processo, presieduto dal giudice Marco Villa, si è detto che questi anziani hanno subito un vero e proprio shock emotivo, perdendo la capacità di valutare oggettivamente la situazione. Le vittime in questione sono donne tra i 70 e gli 88 anni, che vivono da sole e alle quali, in alcuni casi, sono state fatte sentire le - finte - voci dei figli in lacrime che chiedevano aiuto. A questo punto entra in scena la 29enne polacca, in aula difesa dall'avvocato Francesca Piffaretti-Lanz. La donna arriva al domicilio delle vittime e, come da indicazioni ricevute durante la telefonata, riscuote il bottino. E parliamo di somme particolarmente ingenti: tra i 26'000 e i 118'000 franchi tra denaro contante e gioielli.
La truffa è stata bloccata grazie al provvidenziale intervento di una tassista che stava accompagnando una delle vittime in banca a ritirare dei gioielli chiusi in una cassetta di sicurezza. Visto lo stato di agitazione della donna, una 87enne, la tassista ha allertato la polizia che, intervenuta immediatamente, ha arrestato la truffatrice.
Per quanto riguarda il processo odierno i fatti si sono svolti tra maggio e settembre 2022, le vittime sono cinque, ma la 29enne polacca è stata ritenuta colpevole solo per due casi. Per gli altri non c'è infatti la certezza che a riscuotere il bottino fosse stata proprio lei, anche se è assai probabile che dietro vi fosse la medesima banda. La donna è stata condannata a due anni e mezzo di carcere, tutti da espiare, in quanto tra il 2015 e oggi ha accumulato arresti e condanne in Italia, Germania, Polonia e già anche in Svizzera, a Zurigo, per i medesimi reati.
Notiziario delle 17.00 del 28.02.2023
Notiziario 28.02.2023, 17:14
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