Il processo per uno dei filoni di indagine aperti dagli inquirenti milanesi sull'Ilva si è chiuso oggi, lunedì, con una condanna a 6 anni e 6 mesi per Fabio Riva (più di quanto chiesto dall'accusa), mentre ad altri due imputati sono stati inflitti rispettivamente 5 e 3 anni di carcere.
Il Ticino non è estraneo alla vicenda: il figlio dell'ex patron del gruppo siderurgico (lui pure chiamato alla sbarra ma nel frattempo deceduto), attraverso una consociata e una finanziaria con sede nel cantone, avrebbe costruito un meccanismo in grado di far percepire indebitamente all'azienda dei contributi statali in favore delle imprese che investono all'estero. La frode, andata avanti dal 2007 al 2013, ammonterebbe a circa 100 milioni di euro.
Riva si trova ancora a Londra, in attesa di estradizione. La corte ha disposto il sequestro di beni mobili ed immobili per 90 milioni di euro e il versamento di 15 milioni al Ministero dello sviluppo economico.
pon/ANSA