Il processo si terrà lunedì e sarà il primo, in Ticino, per un caso di "turismo del sesso" con baby-prostitute. Davanti alla Corte delle Assise Criminali, presieduta dal giudice Mauro Ermani, comparirà un 46enne del Luganese, accusato di avere avuto rapporti a pagamento con sette minorenni. Giovani asiatiche, che un’organizzazione del posto metteva in vendita su internet. Tra il 2010 e la primavera del 2016, quando è scattato l’arresto, l’uomo ha compiuto 13 trasferte nelle Filippine, dove i protettori locali gli facevano puntualmente trovare, in una camera d’albergo, la ragazzina scelta al computer.
I reati ipotizzati sono quelli di violenza carnale, coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli e pornografia. L’imputato, tuttora dietro le sbarre, è reo-confesso. Sono state anzi le sue ammissioni a permettere di ricostruire quanto accaduto. Il 46enne rischia grosso: la procuratrice capo Chiara Borelli potrebbe chiedere una pena superiore ai cinque anni di carcere. A suo favore è stata comunque ravvisata una scemata responsabilità, che il perito giudiziario ha definito di grado medio.
Francesco Lepori
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