Anche UNIA prende posizione sulla demolizione del centro autogestito CSOA all’Ex Macello, avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Lugano, e in un comunicato diffuso mercoledì “condanna fermamente il modo di agire palesemente illegale del Municipio di Lugano, della polizia e delle tre imprese coinvolte”.
“UNIA ha le prove documentali che una delle tre imprese che nelle prime ore di domenica hanno eseguito la demolizione ha infatti ricevuto l’ordine d’intervento da parte del comando della polizia di Lugano soltanto alle 17.50 di sabato 29 maggio”, si legge nel comunicato, che attesterebbe quindi un orario precedente all'occupazione dello stabile ex Vanoni.
Secondo la ricostruzione riportata sul sito del settimanale Area la telefonata alle tre imprese edili è partita dal vice comandante della polizia comunale e lo si evince – sempre secondo l’articolo – dalla documentazione alla notifica di lavoro straordinario inoltrata alla Commissione paritetica dalle tre ditte coinvolte nell’opera di demolizione.
La questione dell'amianto
Il sindacato sottolinea come non siano state adottate misure adeguate di protezione dei lavoratori e dei cittadini, esponendoli a un grave pericolo per la loro salute, nel demolire l’edificio dove potrebbe essere presente dell’amianto. In totale sono 23 i lavoratori impiegati nelle operazioni di abbattimento dello stabile. "Ventitré lavoratori esposti a un rischio enorme e nel pieno disprezzo delle chiarissime disposizioni di legge: prima di avviare qualsiasi lavoro di ristrutturazione, demolizione o manutenzione occorre verificare se nell'edificio sono presenti materiali contenenti amianto" si legge nella nota.
In Ticino dal 2014 vige l’obbligo, nel caso di demolizione o trasformazione, di fare allestire una perizia a un’azienda specializzata per verificare se nell'edificio sono presenti materiali contenenti amianto, ricorda Unia. Al datore di lavoro invece spetta accertare accuratamente i pericoli e valutare i relativi rischi.
Martedì l'area dell'ex Macello di Lugano è stata messa sotto sequestro dal ministero pubblico che ha confermato di aver "avviato una serie di verifiche, aprendo un procedimento penale".
Lavoratori all'opera in tenuta di sicurezza per coprire le macerie dell'Ex Macello
Macerie coperte in tenuta di sicurezza
Nel frattempo nel primo pomeriggio di oggi (mercoledì), alcuni operai sono intervenuti per coprire le macerie che restano tuttora sul sedime, anche in virtù del sequestro ad opera della Ministero pubblico. I lavoratori impegnati sono muniti di mascherine e tute protettive. Sempre nel pomeriggio è poi arrivata la conferma dei lavori di messa in sicurezza proprio dal Ministero pubblico che, in una breve nota, spiega che “sulla base delle indicazioni tecniche fornite dalla Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS), l'area dell'ex Macello posta sotto sequestro (limitatamente alle macerie) è attualmente oggetto di una ridefinizione finalizzata a una messa in sicurezza precauzionale (confini circoscritti e coperture preventive di salvaguardia)”.