La procura ha quantificato il buco creato dai titolari dell’Adria, l’impresa di costruzioni fallita lo scorso anno dopo aver beneficiato dei crediti ottenuti illecitamente dalla Banca Wir. Sul tavolo del procuratore generale John Noseda è giunta infatti l’attesa perizia commissionata a un esperto del Tribunale delle espropriazioni, incaricato di stimare quanto, dei 60 milioni di crediti erogati dal direttore della Wir, fossero effettivamente confluiti nei cantieri della ditta.
Mancano ancora alcuni calcoli di dettaglio, ma ormai è certo: la somma sottratta si aggira tra i 20 e i 25 milioni di franchi. Soldi che i proprietari dell’Adria, Adriano e Filippo Cambria, utilizzarono a scopi personali, pagandosi ogni sorta di lusso.
Intanto oggi (venerdì) sono stati sentiti, in qualità d’imputati, altri due impresari, chiamati in causa proprio dai Cambria. Si tratta di un 32enne ticinese e di un 50enne italiano, che all’Adria avevano dato vari lavori in appalto. I Cambria li accusano d’aver dovuto lavorare sotto costo. Dal verbale non sono emersi però elementi di rilevanza penale.
Francesco Lepori
Dal Quotidiano:
13.05.2016: Il buco milionario del caso Adria
CSI 18.00 del 13.07.2016 - Il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 13.05.2016, 20:13
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