La pioggia, la nebbia e il freddo dei 2'000 e rotti metri del San Gottardo hanno accompagnato la messa del 1° Agosto celebrata dal vescovo della Diocesi di Lugano sulla sella del Passo di fronte a circa 400 persone. Moltissime altre quelle che hanno seguito la funzione in diretta televisiva su RSI LA1.
L’omelia di Valerio Lazzeri, affiancato dal suo predecessore Giacomo Grampa e da una quarantina di sacerdoti, è stata in particolare dedicata all’atteggiamento da tenere di fronte a quelli che ha definito “gli immensi fenomeni migratori che caratterizzano il nostro tempo”. Tre le parole attorno al quale il vescovo ha incentrato la sua riflessione: fraternità, solidarietà e pace.
Le immagini della messa del 1° Agosto sul San Gottardo
Da un lato ha ricordato che “non si bloccano con la magia” poiché “i confini non sono mai barriere impenetrabili”. Dall’altro, richiamando la vicenda di Balak re di Moab, ha esortato a non farsi guidare dalla paura poiché “non c’è solo il diritto sacrosanto di abitare la propria terra , di essere sicuri nella propria patria”.
Il vescovo Valerio Lazzeri, in conclusione, ha espresso l’auspicio che il superamento dell’isolamento e delle divisioni in Gesù possa “rendere più gioiosa la nostra festa, più luminosa la nostra gratitudine per il dono della nostra Patria, più intelligenti e generosi nell’offrirla come spazio di rifugio a chi ne ha bisogno, più umili e semplici nell’accoglierla ogni giorno come vocazione a cui rispondere, come impegno di fraternità, di solidarietà e di pace gli uni verso gli altri”.
Diem
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