L'Università della Svizzera italiana si piazza all'ottavo posto fra gli undici atenei elvetici presi in considerazione dalla classifica internazionale – pubblicata martedì - della Quacquarelli Symonds. Ottiene 32 punti contro i 93 del Politecnico di Zurigo e conferma il suo rango a livello svizzero, davanti per esempio a San Gallo e Friburgo.
Sul piano globale, però, precipita: un ruzzolone di quasi 90 posizioni, fino alla 328ma. Un destino comune a quello anche di altri istituti nella Confederazione. Come mai? "Sappiamo che QS ha modificato i propri parametri e alcuni dei nuovi pesi che sono stati attribuiti ci hanno un po' penalizzato", afferma ai microfoni della RSI il prorettore vicario Lorenzo Cantoni. "Questo dei ranghi internazionali è un gioco rischio, a volte si va su e a volte si va giù", spiega, ma anche la nuova posizione "è buona per un'università piccola e che esiste solo da 25 anni".
Nel dettaglio, l'USI risulta molto buona nel rapporto fra numero di studenti e professori, buona nel numero di citazioni scientifiche. L'università ticinese incassa invece meno di 10 punti nella reputazione accademica, per il grado di occupabilità degli studenti e per l'integrazione in reti di ricerca internazionale. "In quanto università giovane, con i primi laureati nel 2000, non abbiamo ex studentesse o studenti che oggi presiedono grandi aziende", giustifica ancora Cantoni.
Le università svizzere perdono appeal
SEIDISERA 28.06.2023, 18:20
Quale senso e quale peso hanno queste classifiche? "Il punto essenziale è come si fa a trasformare tutto in un unico numero?", spiega il prorettore. "Questo esercizio mette in evidenza alcuni aspetti positivi, e noi eravamo contenti quando eravamo più in alto, ma tanti altri sono molto più difficili da presentare". Cantoni chiude affermando che in generale "si può sempre fare meglio".